Ricettazione per possesso, senza giustificazione, di bene di rilevanza archeologica

Pubblicato il 28 febbraio 2011 Per la Corte di cassazione – sentenza n. 4799 del 2011 – risponde del reato di ricettazione il privato che venga trovato nel possesso di un bene di rilevanza archeologica senza riuscire a spiegare la provenienza dello stesso.

In questi casi, l'oggetto può ritenersi di rilievo pubblico anche in assenza di uno specifico provvedimento amministrativo che ne dichiari l'appartenenza al patrimonio statale per valore storico, artistico, etnoantropologico o archeologico. Ed infatti – spiega la Corte di legittimità - l'interesse culturale può desumersi anche dalla testimonianza degli organi della Pa o da una perizia dell'autorità giudiziaria.

E' stata quindi confermata, dalla Corte di legittimità, la condanna per ricettazione a seguito di illegittimo impossessamento di bene archeologico impartita dai giudici di merito nei confronti di un uomo che, a seguito di espressa richiesta di regolarizzazione della propria collezione privata, era stato trovato nel possesso, ingiustificato, di alcuni pezzi di dubbia provenienza.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Costo medio orario del lavoro logistica e trasporto merci: pubblicato il decreto

23/12/2025

Convenzione Inps–Regioni 2025: adempimenti, costi e durata

23/12/2025

IVA e logistica: Assonime sul regime opzionale transitorio

23/12/2025

Conto Termico 3.0, Regole Applicative GSE in vigore dal 25 dicembre 2025

23/12/2025

Acconto IVA 2025: soggetti obbligati, calcolo, scadenza

23/12/2025

Famiglie monogenitoriali e studenti universitari: bandi Cassa Forense in scadenza

23/12/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy