Ricettazione per possesso, senza giustificazione, di bene di rilevanza archeologica

Pubblicato il 28 febbraio 2011 Per la Corte di cassazione – sentenza n. 4799 del 2011 – risponde del reato di ricettazione il privato che venga trovato nel possesso di un bene di rilevanza archeologica senza riuscire a spiegare la provenienza dello stesso.

In questi casi, l'oggetto può ritenersi di rilievo pubblico anche in assenza di uno specifico provvedimento amministrativo che ne dichiari l'appartenenza al patrimonio statale per valore storico, artistico, etnoantropologico o archeologico. Ed infatti – spiega la Corte di legittimità - l'interesse culturale può desumersi anche dalla testimonianza degli organi della Pa o da una perizia dell'autorità giudiziaria.

E' stata quindi confermata, dalla Corte di legittimità, la condanna per ricettazione a seguito di illegittimo impossessamento di bene archeologico impartita dai giudici di merito nei confronti di un uomo che, a seguito di espressa richiesta di regolarizzazione della propria collezione privata, era stato trovato nel possesso, ingiustificato, di alcuni pezzi di dubbia provenienza.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Assegno di inclusione: contributo affitto medio di 204 euro mensili

07/05/2025

Polizze catastrofali: tutte le novità degli emendamenti approvati

07/05/2025

UE: nuove regole fiscali per l’imposta minima globale (Dac 9)

07/05/2025

Indebita compensazione: no concorso per chi certifica crediti R&S

07/05/2025

No ad assorbimento del superminimo in caso di passaggio di livello

07/05/2025

Avvocati penalisti: manifestazione nazionale contro il Decreto sicurezza

07/05/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy