Riforma della Giustizia. Esame in vista per l’ultima bozza del Ddl

Pubblicato il 14 novembre 2019

Verrà esaminata a breve (forse anche oggi), in un vertice di maggioranza, l’ultima bozza del disegno di legge sulla riforma della giustizia a firma Bonafede.

Rispetto al testo approvato a lugliosalvo intese” dal precedente Governo, nel documento inviato ai partiti del nuovo Esecutivo sono presenti diversi ritocchi.

In primis, è stata definita una più articolata determinazione della durata dei processi, penali e civili, in funzione della relativa complessità.

Processi penali

Così, per le cause penali a più elevato tasso di complessità - come nel caso di reati in materia di criminalità organizzata, terrorismo, reati contro la Pubblica amministrazione, falso in bilancio, bancarotta - si prevede una durata massima non superiore a 6 anni (3 anni per il primo grado, 2 per il secondo, uno per la cassazione).

Per i procedimenti di competenza del giudice unico, invece, la durata massima complessiva diventa di 4 anni (anni che, dal 2022, diventeranno 3, uno per ogni grado di giudizio).

Con riferimento agli altri procedimenti penali, attribuiti al tribunale in composizione collegiale, la durata massima sarà di 5 anni.

Tra le altre novità, la bozza di riforma introduce anche misure volte ad incentivare i riti alternativi, quali rito abbreviato e patteggiamento, nonché alcuni ritocchi in tema di inappellabilità.

Cause Civili

Anche rispetto alle cause civili, la durata massima base sarà di 6 anni, ad esclusione dei giudizi in materia di lavoro e previdenza, di separazione personale dei coniugi, di cessazione degli effetti civili del matrimonio, per i quali viene fissato un tetto di 4 anni.

Per perseguire il rispetto di queste tempistiche, viene introdotto un illecito disciplinare a carico del giudice negligente che sfori gli indicati limiti per almeno un quinto dei fascicoli, civili o penali, a lui affidati.

Nel corso del vertice dovrebbero essere discusse anche alcune proposte di intervento promosse dal PD.

Nessuna novità sul nodo prescrizione

Al momento, invece, non giunge nessuna novità sul fronte prescrizione: la posizione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sembra ferma: “la prescrizione è già legge” - ha precisato in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” e pubblicata il 10 novembre scorso - “Se tutti saremo d’accordo, lo saranno il prima possibile anche le nuove norme per dimezzare i tempi dei processi”.

Il ministro, sul punto, ha ribadito: “il primo gennaio non ci sarà nessuna apocalisse per via dell’entrata in vigore della nuova prescrizione. I primi effetti processuali non si avranno prima del 2024”.

E questo nonostante le diverse iniziative e richieste avanzate dagli addetti ai lavori, avvocati in primis, i quali, si rammenta, hanno più volte sollecitato il rinvio della riforma della prescrizione, nonchè, nel caso dei penalisti, hanno indetto anche un nuovo sciopero di protesta che si terrà a dicembre.

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