Rilevazione Cnf: il 92% degli avvocati stabiliti è di nazionalità italiana

Pubblicato il 07 febbraio 2014 Il Consiglio nazionale forense ha reso noti i dati di una rilevazione effettuata dal proprio Ufficio Studi presso tutti gli Ordini forensi da cui è emerso che il 92% degli avvocati iscritti nell'elenco degli avvocati stabiliti è di nazionalità italiana.

L'83% di questi avrebbe conseguito il titolo in Spagna mentre il 4% in Romania. Il maggior numero di avvocati “stabiliti” di nazionalità italiana sarebbero iscritti nell'elenco speciale di Roma, Milano, Latina e Foggia.

Secondo il Cnf, i dati rilevati “fanno emergere chiaramente come la Direttiva comunitaria cosiddetta “di stabilimento” sia diventata lo strumento utilizzato da parte di tanti aspiranti avvocati italiani per eludere la disciplina interna ed, in particolare, per sottrarsi all'esame necessario per poter acquisire la necessaria abilitazione all'esercizio della professione forense in Italia”. Il consigliere segretario del Cnf, Andrea Mascherin, sul punto, sottolinea la necessità di “fermare gli eventuali abusi e affermare il corretto principio di circolazione e concorrenza tra i professionisti”.

In proposito si segnala, altresì, che il Cnf ha presentato un rinvio pregiudiziale dinanzi alla Corte di Giustizia per verificare se la pratica di acquisire la laurea in giurisprudenza in Italia, trasferirsi in Spagna per ottenere il titolo di abogado e poi tornare in Italia e chiedere la iscrizione “automatica” all'elenco speciale degli avvocati stabiliti costituisca o meno “abuso del diritto” alla luce dei principi del Trattato Ue. Il rinvio sarà discusso all'udienza dell'11 febbraio nell'ambito delle cause Torresi C-58/13 e C-59/13.
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