Rinuncia alle cure da garantire

Pubblicato il 19 novembre 2008
Il Comitato nazionale di bioetica ha votato un parere sul "Rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario nella relazione paziente-medico". Il parere, approvato il 24 ottobre, contiene postille finali con cui ben 11 componenti su 36, fra giuristi, medici e filosofi, hanno voluto precisare la loro posizione. Il principio affermato è che un paziente cosciente, che sia capace di intendere e volere e che venga informato sulle terapie, può chiedere che non siano iniziati o che siano sospesi i trattamenti sanitari, anche qualora la sua vita dipenda da questi. Il medico può astenersi da condotte contrarie alle proprie concezioni etiche e professionali, ma, in ogni caso, il paziente ha diritto ad ottenere altrimenti la realizzazione della propria richiesta all'interruzione delle cure. La scelta del paziente deve maturare in un rapporto di comunicazione costante con il medico, che, rinunciando a ogni forma di accanimento clinico, è sempre tenuto a garantire cure palliative.

Intanto sul caso Englaro, 34 associazioni italiane hanno promosso ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo, con richiesta di applicazione della procedura d'urgenza, per ottenere una sospensiva o un annullamento alla sentenza di Cassazione che ha dato il via libera definitivo al distacco dell'alimentazione artificiale di Eluana.
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