Rottamazione liti fiscali pendenti nella riforma della giustizia tributaria

Pubblicato il 28 febbraio 2017

Nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario il viceministro all’Economia, Luigi Casero, ha annunciato che il Governo sta lavorando ad una riforma complessiva della giustizia tributaria. E per l'enorme arretrato del contenzioso tributario si pensa ad una rottamazione delle liti fiscali pendenti.

Le novità in programma: mediazione e rottamazione

Come per le cartelle Equitalia, per smaltire la zavorra delle liti pendenti e per incassare quanto richiesto dalla Ue, si potrebbe seguire la via della rottamazione.

Su questa ipotesi il viceministro non si dice d'accordo, poiché si tratta di una norma “one shot” da valutare attentamente ai fini dei saldi di finanza pubblica. E propone la rottamazione delle liti in termini di equità fiscale, in quanto: “chi rottama la cartella entro il 31 marzo ha più vantaggi rispetto a coloro che si trovano a dover attendere la fine del contenzioso”.

Tra le misure in gioco anche l'aumento della soglia da 20mila a 50mila euro del valore delle liti per cui è ammessa la mediazione. Si è parlato, infine, anche della possibilità di istituire all'interno dell'agenzia delle Entrate un ufficio per lo studio dell’orientamento della giurisprudenza, che eviti il contenzioso quando ci sono posizioni consolidate.

Tribunali tributari al posto delle Commissioni tributarie

Nelle mire della riforma l'indipendenza della giustizia tributaria. Occorre, spiega Casero, svincolare le Commissioni dal Ministero dell’Economia.

Il viceministro ha esposto le soluzioni ipotizzate:

Il punto di vista dei professionisti dell'assistenza fiscale

Il presidente Cndcec, Massimo Miani, sul tema dell’indipendenza della giustizia tributaria afferma che: ”occorre introdurre un giudice a tempo pieno, professionale, che possa assicurare autonomia, terzietà e indipendenza della funzione giudicante, oltre che una maggiore sua produttività”. E per la difesa in contenzioso si propone di circoscrivere ad avvocati e commercialisti la difesa tecnica nel secondo grado di giudizio, come previsto dalla proposta di legge delega “Ermini” proposta in Parlamento.

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