Senato, si analizzano gli emendamenti che modificano arbitrato e termini per l’impugnativa

Pubblicato il 18 maggio 2010

Sono più di cento gli emendamenti al Disegno di legge sul lavoro che nella seduta del 18 maggio 2010, sono sottoposti all’attenzione della commissione Lavoro del Senato, con l’obiettivo di far giungere a breve il testo definitivo in aula.

Fra le principali novità della proposta di modifica si segnala:

- l’estensione dell’arbitrato a tutte le liti, con l’imposizione della scelta della conciliazione già al momento dell’assunzione. Cioè, si riconosce al lavoratore del settore privato la possibilità di firma della clausola compromissoria, con cui si esprime la propria volontà di ricorso all’arbitrato in occasione di tutte le controversie che dovessero insorgere durante il rapporto di lavoro. Le clausole compromissorie vanno certificate dalle commissioni di certificazione. La novità annulla la modifica passata alla Camera secondo cui il lavoratore può scegliere di volta in volta, in caso di controversia, se ricorrere al giudice o all’arbitrato;

- il passaggio del termine da 180 a 270 giorni per il lavoratore che vuole avviare il giudizio contro il licenziamento; pena l’inefficacia dell’impugnativa. Il termine decorre dal deposito in cancelleria della richiesta di tentativo di conciliazione o arbitrato;

- la possibilità di impugnare il licenziamento “a voce” entro i 90 giorni successivi (30 giorni in più), se si hanno le prove per rivendicare i propri diritti. Il termine decorre dalla data in cui dovevano essere indicati i motivi. L’onere della prova, in questo caso, viene riconosciuto al datore di lavoro.

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