Sistemi fraudolenti ed interdizione all’esercizio della professione

Pubblicato il 29 settembre 2020

La Corte di Cassazione, con sentenza 28 settembre 2020, n. 27004, ha confermato l’interdizione dall’esercizio della professione per un anno nei confronti di un consulente del lavoro.

Sono stati attribuiti al professionista, amministratore di fatto della società fallita, fatti di bancarotta patrimoniale e documentale e la condotta di cagionamento del fallimento attuata attraverso operazioni dolose consistenti nel mancato pagamento di debiti all’Erario.

Il soggetto aveva ideato un sistema finalizzato a massimizzare i profitti delle imprese committenti a danno dell’erario, utilizzando operazioni di somministrazione di manodopera in maniera illecita per poi consegnare la società somministratrice, priva di attivi, alla procedura concorsuale. Considerati l’ideazione e l’attuazione del sistema fraudolento opera del consulente del lavoro, vengono attribuiti al professionista il ruolo e gli obblighi del reale dominus dell’attività imprenditoriale, con conseguente contestazione del reato di bancarotta e interdizione dall’esercizio della professione di consulente del lavoro.

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