Ex Socio contro Amministratore infedele

Pubblicato il 08 settembre 2016

Il socio receduto è da ritenere persona offesa del reato di infedeltà patrimoniale realizzato dall’amministratore della società e, in quanto tale, è legittimato alla proposizione della querela nei confronti di quest’ultimo.

Senza dubbio, infatti, la condotta infedele del socio amministratore è idonea non solo a cagionare un danno al patrimonio della società, ma anche, di conseguenza, a determinare un depauperamento del valore della quota alla cui liquidazione il socio ha diritto all’atto di recesso, in quanto determinata sulla base alla situazione patrimoniale esistente al momento in cui si verifica lo scioglimento del rapporto.

Persona offesa legittimata alla querela

Il socio receduto, dunque, non può essere considerato “soggetto estraneo terzo” qualora sia appartenuto alla compagine sociale al momento in cui l’amministratore abbia compiuto l’atto infedele.

Se, infatti, il fatto costituente reato, produttivo di un pregiudizio nella sua sfera giuridica, si è verificato ben prima della sua uscita dalla società, il medesimo non perde, dopo che nei suoi confronti venga a determinarsi lo scioglimento del rapporto sociale, la qualità di parte offesa e, conseguentemente, la legittimazione a proporre querela; ciò a prescindere dal fatto che la quantificazione concreta del danno si appalesi solo all’atto della liquidazione della quota.

Questi assunti sono stati evidenziati dalla Corte di cassazione, Quinta sezione penale, nel testo della sentenza n. 35384 del 7 settembre 2016 e con la quale è stato rigettato il ricorso promosso dall’amministratore di una Snc contro l’ordinanza di conferma del sequestro conservativo disposto nei suoi confronti in quanto imputato del reato di impedito controllo e infedeltà patrimoniale.

Lo specifico motivo di doglianza sollevato dal ricorrente - respinto dai giudici di legittimità per i motivi sopra esposti - atteneva all’asserita mancanza di legittimazione alla proposizione della querela in capo alla parte civile, essendo quest’ultima, al momento della sua costituzione in giudizio, receduta dalla società da lui amministrata.

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