Stp: i 2/3 devono essere soci professionisti. Imu: tassate solo le scuole a finalità commerciale

Pubblicato il 28 febbraio 2012 Il nuovo aspetto delle Società tra professionisti (Stp), come delineato dall'emendamento del Governo al Decreto liberalizzazioni, prevede che il numero dei soci professionisti sia tale da determinare, in sede di deliberazione, la maggioranza di due terzi. La stessa percentuale, 33%, vale per i valori apportati dai soci di solo capitale.

Il mancato raggiungimento di tale proporzione produce lo scioglimento della società; sarà il consiglio dell'Ordine o il collegio professionale presso il quale è iscritta la Società che dovrà provvedere alla cancellazione dall'Albo. Questo sarà evitabile qualora la Società abbia provveduto a ristabilire la prevalenza dei soci professionisti nel termine perentorio di 6 mesi.

Altra novità sul fronte professionale riguarda il corrispettivo della prestazione, dove scompare l'obbligo del preventivo scritto, a meno che non venga richiesto dal cliente. Rimane lo spazio per un preventivo di massima, ossia la previsione del costo del compenso che il professionista percepirà. Questo dovrà contenere l'indicazione di tutte le voci di costo, spese, oneri e contributi.

Inoltre, è stato eliminato l’illecito disciplinare per i professionisti che non si attengono alle nuove disposizioni stabilite dal Decreto.

Importante ed atteso chiarimento è giunto dal premier Monti sugli effetti dell'introduzione dell'Imu per gli edifici della Chiesa. Intervenendo personalmente in commissione Industria del Senato per fornire l'interpretazione governativa, ha affermato che “sono esenti dall'Imu quelle scuole che svolgono attività secondo modalità non commerciali”. Via libera, dunque, alla norma che introduce l'imposta municipale per gli istituti religiosi solo in presenza di finalità “commerciali”.

Un successivo Decreto del ministero dell'economia dovrà identificarne i dettagli. In ogni modo, i parametri su cui basare l'esenzione sono:

- svolgere un servizio di attività paritaria scolastica assimilabile al pubblico sotto il profilo dei programmi, dell'accoglienza di alunni disabili e dell'applicazione della contrattazione collettiva del personale;
- effettuare un servizio aperto a tutti i cittadini alle stesse condizioni;
- selezionare l'ingresso alle scuole per merito e non su basi discriminatorie, oltre al fatto di non applicare rette che indichino finalità lucrative.

L'intervento ha ricevuto il plauso sia della Commissione che della Cei.
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