Studi affidabilità in crescita

Pubblicato il 27 gennaio 2008

Le Entrate, con la circolare n. 5/E, tornano sul vasto argomento degli studi di settore. Il fatto che i contribuenti soggetti agli studi di settore siano stati riconosciuti in linea con gli studi stessi anche quando dichiarano ricavi o compensi di importo pari o superiore al “minimo ammissibile” ha costituito una vera e propria apertura da parte del Fisco. Viene, cioè, introdotto il concetto di “intervallo di confidenza” per indicare tutti coloro che dichiarano ricavi o compensi compresi tra il ricavo “puntuale di riferimento” e quello “minimo ammissibile”. Tali soggetti risulteranno esclusi dall’accertamento, dal momento che prima di controllare i contribuenti che si sono adeguati allo studio di settore, sembrerebbe opportuno accertare i contribuenti che, avendo dichiarato ricavi o compensi inferiori a quelli dello studio di settore, non hanno effettuato alcun adeguamento. Infatti, facendo richiamo a delle precedenti circolari (n. 110/E/1999 e 148/E/1999), le Entrate ritengono che l’adeguamento del ricavo all’interno del ricavo di confidenza è, comunque, da considerarsi un ricavo o compenso “possibile”. Pertanto, si può concludere che tali contribuenti che si collocano naturalmente all’interno dell’intervallo di confidenza possano essere considerati generalmente in linea con le risultanze degli studi di settore.

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