E’ definitivo l’accoglimento della class action promossa da Codacons nei confronti di una società farmaceutica al fine del risarcimento dei danni per la commercializzazione di un kit autodiagnostico influenzale, asseritamente idoneo a diagnosticare l’influenza suina, rivelatosi, in realtà, inidoneo e privo delle qualità funzionali necessarie per assolvere a detta funzione.
In particolare, la Corte di cassazione, con ordinanza n. 2320 depositata il 31 gennaio 2018, ha ritenuto inammissibili tutti i motivi di ricorso sollevati dalla casa farmaceutica contro la decisione della Corte di appello di Milano che aveva accolto la domanda di risarcimento per pratiche commerciali scorrette e ingannevoli, disponendo l’ordine di restituzione della somma di euro 14,50.
Alla Codacons, si era rivolta una singola consumatrice la quale, in sede di ammissibilità dell’azione, era stata ritenuta idonea a tutelare gli interessi della classe di consumatori potenziali acquirenti del prodotto.
In questo tipo di azioni – era stato riconosciuto – “la valutazione attinente la singola condotta concreta nonché le singole finalità di ogni appartenente alla classe devono necessariamente lasciare lo spazio ad una valutazione avente ad oggetto il diritto omogeneo fatto valere in giudizio”.
La finalità dell'azione di classe è, infatti, quella di tutelare i consumatori di fronte a condotte illegittime che esplicano i propri effetti, in maniera analoga, su una pluralità di individui.
E nel caso esaminato, il messaggio sulla confezione e le spiegazioni nel foglietto illustrativo del kit, erano stati ritenuti senza dubbio idonei a ingenerare nel consumatore medio la convinzione di acquistare un prodotto sicuro per diagnosticare la presenza dell'influenza suina, con una probabilità di successo addirittura prossima al 100%.
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