L’11 novembre 2025, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha annunciato l’esaurimento delle risorse destinate alla misura Transizione 4.0. L’intenso incremento delle richieste è stato determinato dall’esaurimento dei fondi del Piano 5.0, a causa della grande partecipazione delle imprese.
Nonostante ciò, le aziende possono continuare a presentare le domande: eventuali nuove disponibilità economiche saranno distribuite in base all’ordine cronologico di arrivo.
L’alta adesione del tessuto produttivo italiano conferma il forte impegno verso i processi di innovazione e digitalizzazione, e l’importanza degli incentivi pubblici per sostenere la competitività industriale nazionale.
Le imprese che hanno già inoltrato la richiesta ma non hanno ancora ottenuto conferma dovranno attendere eventuali comunicazioni del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che informerà tempestivamente sui nuovi stanziamenti.
Il Ministero ha anticipato la nascita di un nuovo credito d’imposta operativo dal 2026, che deriverà dalla fusione tra il Piano Transizione 4.0 e il Piano Transizione 5.0. L’obiettivo è promuovere gli investimenti aziendali in digitalizzazione, decarbonizzazione ed efficienza energetica.
Dal 1° gennaio 2026 entrerà in vigore il nuovo Piano Transizione 5.0, in piena continuità con le misure attuali. Le imprese che hanno già avviato progetti finanziati dal vecchio bonus non dovranno quindi ripresentare domanda. È inoltre prevista un’apertura verso le imprese energivore, finora escluse dalle agevolazioni del 5.0.
Con la fusione dei due crediti d’imposta (4.0 e 5.0), che termineranno a fine 2025, il MIMIT punta a semplificare le procedure di accesso e a rendere il sistema più efficiente attraverso finanziamenti strutturali.
Come anticipato dal Ministro Adolfo Urso durante il meeting di Cernobbio, il nuovo incentivo offrirà aliquote potenziate per le imprese che sapranno integrare tecnologie digitali e risparmio energetico, superando così le precedenti sovrapposizioni normative e le incertezze interpretative.
Sono inoltre previsti aggiornamenti agli allegati A e B della legge 232/2016, e, in assenza di fondi comunitari, non sarà necessario rispettare il principio “Do no significant harm” (Dnsh). Ciò consentirà di estendere il beneficio anche a settori ad alta intensità energetica come ceramica e siderurgia, precedentemente esclusi dalle misure agevolative.
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