Tre test per provare l’attività all’estero

Pubblicato il 04 agosto 2008

Nell’ambito della lotta contro l’esterovestizione, messa in atto con la manovra, il contribuente è chiamato a dimostrare che la sede estera non nasce al solo scopo di ottenere vantaggi fiscali, ossia deve dimostrare che non ha costituito società estere (fantasma) per esclusive finalità tributarie, che le società svolgono realmente attività d’impresa e che le legal entities sono dotate di autonoma organizzazione. Per la giurisprudenza comunitaria l’esistenza di abusi deve in ogni caso risultare da situazioni obiettive la cui esistenza deve essere verificata caso per caso. La volontà del contribuente di ottenere un vantaggio fiscale non basta a certificare l’esistenza dell’irregolarità ma occorrono elementi di fatto certi.

Per la difesa il contribuente ha bisogno che siano soddisfatti tre test:

- business activity test, per la dimostrazione dell’esistenza di un’effettiva attività imprenditoriale svolta in loco;

- organizzation test, per la dimostrazione dell’esistenza di effettiva ed idonea organizzazione di uomini e mezzi;

- motive test, per la dimostrazione delle ragioni dell’esercizio di attività d’impresa all’estero mediante specifiche legal entities.

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