L'Ue scontenta tutti. Boccia il piano del Governo per rifondere gli obbligazionisti delle quattro banche italiane

Pubblicato il 05 aprile 2016

Gli ex obbligazionisti delle vecchie Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti a breve resteranno scontenti. Non parliamo di banche svizzere, piuttosto delle banche italiane per le quali si è reso necessario l’intervento di salvataggio ad opera del Governo. Si va verso la presentazione del Def e i dossier economici sono tre: tasse; pensioni; rimborsi agli obbligazionisti dei quattro istituti bancari. L’ aumento del fondo da 100 milioni e la previsione di un risarcimento, per tutti sembrano non trovare spazio se non nella volontà dell’Esecutivo. Neppure nella versione prevista - quella che attribuisce a Raffaele Cantone, autorità anticorruzione, il compito di condurre gli arbitrati, quindi di decidere quali risparmiatori risarcire e quali escludere - v’è spazio per questa ipotesi.

Il risultato? Delusione generalizzata. Secondo il viceministro all'Economia, Enrico Zanetti, il provvedimento doveva essere approvato, quantomeno esaminato, al Consiglio dei ministri, ma è stato rinviato. Il problema più grande, però, è che non esiste il via libera di Bruxelles. Le direttive dell’Unione europea prevedono, infatti, l'arbitrato e nei giorni scorsi, in risposta ad un'interrogazione del vicepresidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, ha confermato che il governo italiano é ancora in trattativa per poter attivare tale procedura.

Solo in seguito è spuntata la possibilità di un rimborso esteso a tutti, con conseguente stop dell'Ue che, però, deriva non da un’Unione europea matrigna per sua natura. Viene contestato più il metodo che il merito del provvedimento. Bankitalia comunica, inoltre, che sarà un esperto indipendente a valutare il valore delle sofferenze cedute dalle quattro banche in risoluzione alla cosiddetta bad bank. Resta, invece, ancora aperta la questione del rispetto del termine entro il quale il Governo avrebbe dovuto vendere le nuove banche. Esso era stato fissato al 30 aprile, ma già si sa che non sarà rispettato.

E’ ancora aperto, inoltre, un altro fronte con la Commissione europea: la presentazione del Documento di economia e finanza. In questo senso va compreso l’annuncio dal Ministero dell’Economia e Finanze relativo ad una nuova spending review. Lo stesso Ministro Padoan aveva già ammesso, qualche giorno fa, la difficoltà a ricavare altri risparmi. Intanto, dalla Ragioneria generale arrivano disposizioni ai Ministeri ad effettuare una drastica riduzione delle spese per consulenze, acquisti di arredi per gli uffici ed anche per i servizi informatici.

Basterà questo per parlare di una vera spending review?

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