Una tantum part time ciclico verticale: procedura in arrivo per le domande respinte

Pubblicato il 30 gennaio 2023

Si riapre la speranza per i tanti lavoratori a tempo parziale ciclico verticale che si sono visti respingere, dall'INPS, la domanda di indennità una tantum, pari a 550 euro, riconosciuta dal decreto Aiuti per l'anno 2022.

Le domande risultano essere state respinte a causa di una non corretta evidenziazione dei codici fiscali dei lavoratori richiedenti il beneficio e l'INPS sta mettendo a punto una procedura ad hoc con il coinvolgimento dei lavoratori e dei datori di lavoro, per pervenire alla soluzione in breve tempo.

Lo rende noto il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in risposta ad una interrogazione parlamentare del 24 gennaio 2023.

Bonus part time ciclico verticale: cosa prevede il decreto Aiuti

Il decreto Aiuti (articolo 2-bis decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2022, n. 91) riconosce, per il solo anno 2022, una indennità, di importo pari a 550 euro, ai lavoratori dipendenti di aziende private, già titolari di un contratto di lavoro a tempo parziale ciclico verticale.

L'indennità spetta a condizione che il lavoratore:

L'INPS ha fornito le istruzioni operative con la circolare n. 115 del 13 ottobre 2022, stabilendo al 30 novembre 2022 il termine ultimo per l'invio delle domande di indennità, da effettuarsi esclusivamente in via telematica, sul portale web dell’INPS “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” e selezionando la prestazione "Indennità una tantum per i lavoratori a tempo parziale ciclico verticale", direttamente o rivolgendosi al Patronato. In alternativa, ai lavoratori è stata data la possibilità di avvalersi del Contact Center dell'INPS.

All'indennità in questione sono destinate le risorse del “Fondo per il sostegno dei lavoratori con contratto a part-time ciclico verticale”, istituito nello stato di previsione del Ministero del lavoro con una dotazione di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 (articolo 1, comma 971, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, cd. legge di Bilancio 2022).

Bonus part time ciclico verticale: respinte più del 50% delle domande

Con interrogazione a risposta immediata n. 5-00277, presentata lo scorso 24 gennaio, in Commissione Lavoro della Camera, si portano all'attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali le criticità emerse nella concessione della indennità ai lavoratori titolari di un contratto di lavoro a tempo parziale ciclico verticale.

Secondo le comunicazioni ufficiali di alcune parti sociali e in base a fonti di stampa, risulterebbero respinte, in media, sul territorio nazionale, più del 50% delle domande presentate dai lavoratori (con diverse percentuali di respingimento nei vari territori interessati).

Il dato, evidenziano gli interroganti, è preoccupante considerando la circostanza che l'indennità è concessa in ordine criterio cronologico e che le risorse destinate sono limitate.

Si chiede pertanto alla Ministra del lavoro se ritiene di dover adottare iniziative “affinché Inps definisca le procedure di riesame delle domande celeri e dirette dallo stesso Istituto, senza necessità di una ulteriore domanda da parte dell'interessato, nonché tali da non compromettere il diritto del lavoratore all'indennità”.

Bonus part time ciclico verticale: in arrivo una procedura INPS

Il Sottosegretario del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel corso del question time del 25 gennaio 2023 svoltosi presso la Commissione lavoro, ha risposto alla predetta interrogazione fornendo importanti aggiornamenti sulle iniziative in atto.

Più nel dettaglio. vengono resi noti gli esiti delle interlocuzioni con l'INPS che ha riferito di essere a conoscenza del problema, oggetto di approfondimenti in corso.

All'Istituto sono pervenute 64.800 domande e, da un primo esame delle domande respinte, è emerso che le criticità rilevate sembrano dovute alla non corretta evidenziazione dei codici fiscali dei richiedenti il beneficio secondo i requisiti richiesti ai fini della corretta gestione della domanda.

Più nel dettaglio, il respingimento sembra dovuto ad una non corretta valorizzazione nei flussi Uniemens, da parte dei datori di lavoro, dei dati richiesti per la lavorazione delle richieste e per il corretto inserimento nelle denunce mensili.

L'INPS però ha comunicato che si sta studiando una procedura “che prevede il coinvolgimento contestuale dei lavoratori e dei datori di lavoro affinché, semplificando al massimo gli adempimenti previsti, si possa pervenire in breve tempo al riesame delle domande respinte e all'attribuzione dell'indennità in questione”.

Il Ministero del lavoro si è impegnato a monitorare la situazione affinché l'INPS risolva quanto prima le criticità.

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