Utili non contabilizzati? Si presume la distribuzione ai soci

Pubblicato il 24 agosto 2020

La Corte di cassazione si è pronunciata in tema di accertamento delle imposte sui redditi, nel caso di società di capitali con ristretta base partecipativa e accertata percezione di redditi societari non contabilizzati.

Secondo la Suprema corte, in dette ipotesi opera la presunzione di distribuzione pro quota ai soci degli utili, salva la prova contraria che i maggiori ricavi siano stati accantonati o reinvestiti dalla società.

Non serve, ossia, che l'accertamento emesso nei confronti dei soci risulti fondato anche su elementi di riscontro tesi a verificare, attraverso l'analisi delle loro movimentazioni bancarie, l'intervenuto acquisto da parte dei soci di beni di particolare valore non giustificabili sulla base dei redditi dichiarati.

Accertamento sui soci: non servono altri elementi di riscontro

Così la Quinta sezione civile della Cassazione, con ordinanza n. 16913 dell’11 agosto 2020, pronunciata in accoglimento delle ragioni avanzate dall’Agenzia delle Entrate contro una decisione della CTR.

In quest’ultima pronuncia, la Commissione tributaria – nell’ambito di una causa promossa da due contribuenti in opposizione ad alcuni avvisi di accertamento per maggiore Irpef in relazione al reddito percepito in conseguenza dei maggiori redditi nei confronti di una Srl - aveva ritenuto che la presunzione di distribuzione tra i soci degli utili, accertati come conseguiti e non dichiarati dalla società, avente ristretta base partecipativa, dovesse essere suffragata da ulteriori elementi documentali.

Secondo i giudici di merito, infatti, l'accertamento in capo al socio, oltre alla ristretta base societaria ed alla effettiva percezione degli utili societari, doveva essere fondato anche su elementi tesi a verificare la movimentazione bancaria del contribuente, sull'acquisto di beni di particolare valore, non giustificabili sulla base dei redditi dichiarati.

Tesi, questa, giudicata infondata dagli Ermellini, alla luce del richiamato e ormai consolidato orientamento giurisprudenziale, secondo il quale “in tema di accertamento delle imposte sui redditi, nel caso di società di capitali a ristretta base azionaria, ove siano accertati utili non contabilizzati, opera la presunzione di attribuzione pro quota ai soci degli utili stessi, salva la prova contraria che i maggiori ricavi sono stati accantonati o reinvestiti".

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