Verifica degli elementi necessari per la tassazione “per trasparenza” per le società in Paesi black list

Pubblicato il 22 agosto 2009

La Banca d’Italia con il quaderno di ricerca n. 65 del mese di luglio scorso, intitolato “Le disposizioni italiane di contrasto all’elusione fiscale internazionale”, ha offerto degli spunti di riflessione molto attuali soprattutto alla luce delle nuove disposizioni contenute nel decreto anticrisi per contrastare gli arbitraggi fiscali e i paradisi fiscali. Si tratta di argomenti piuttosto delicati per i quali si auspica anche un intervento da parte dell’agenzia delle Entrate. L’argomento su cui la nostra Banca Centrale si è maggiormente soffermata riguarda le società controllate e collegate situate in paesi black list e per le quali scatta la tassazione per “trasparenza”. Gli elementi in base ai quali si dovrebbe ricorrere al nuovo regime di tassazione sono da ricercare, in primo luogo, nell’effettivo radicamento nello Stato di insediamento di una struttura organizzativa e per le attività bancarie, finanziarie e assicurative nella necessità di verificare la prevalenza delle fonti, degli impieghi o dei ricavi nello stato di insediamento.

Roberta Moscioni

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