Accertamenti bancari, prova contraria “precisa”

Pubblicato il 30 luglio 2007

La sezione tributaria della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13819/07 ha analizzato l’accertamento tramite il quale era stato possibile, da parte del Fisco, il recupero a tassazione delle somme risultanti dalle movimentazioni bancarie di un amministratore di condominio. La giustificazione fondata sulla generica modalità di espletamento dell’attività non basta per superare la presunzione alla base degli accertamenti bancari. A giudizio della Corte, la prova liberatoria della presunzione deve essere fornita tramite una analisi dettagliata ed analitica delle singole movimentazioni, ovvero derivate dalla gestione del denaro di terzi. 

Con la sentenza n. 14023/07, ha rigettato il ricorso di un contribuente che reputava invalido il procedimento di accertamento a causa della mancata esibizione dell’autorizzazione necessaria, secondo legge, per procedere alle indagini bancarie. La legittimità dell’accertamento, infatti, dipende dall’esistenza dell’autorizzazione a prescindere dall’esibizione della stessa.

Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Organo di revisione dell’ente e collaborazione con Corte dei Conti

24/10/2025

Pensione anticipata: i contributi figurativi contano con la riforma Fornero

24/10/2025

Dogane: nuove semplificazioni per la reintroduzione in franchigia

24/10/2025

Prima casa: ammesso il sequestro preventivo per reati tributari

24/10/2025

Rimborsi chilometrici dei professionisti: novità dal 2025

24/10/2025

Correzione del Modello 730: come e quando usare il 730 integrativo o Redditi PF

24/10/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy