Accesso a cassetto fiscale altrui senza permesso: è reato

Pubblicato il 28 aprile 2021

La Corte di cassazione ha confermato la condanna penale impartita a una donna per il reato di accesso abusivo a sistema informatico, dopo che si era introdotta nel cassetto fiscale della sorella, aperto presso l’Agenzia delle Entrate, utilizzando indebitamente le password ottenute in vece della titolare e senza il consenso di questa.

In particolare, l’imputata era stata accusata di aver modificato e utilizzato le predette password al fine di continuare a gestire il patrimonio di famiglia anche dopo la cessazione della delega ad agire per conto di costei e i dissidi insorti tra loro.

Accesso abusivo al sistema informatico fiscale

La Suprema corte, dopo aver premesso alcuni cenni alla struttura del reato contestato di cui all’art. 615-ter del Codice penale – che, si rammenta, punisce chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo – ne ha riconosciuto la configurabilità nella fattispecie esaminata.

L’imputata aveva infatti realizzato un accesso abusivo al sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate e ai luoghi, virtuali, di esclusiva riferibilità del contribuente/soggetto privato titolare, protetti da password e costituiti dal cosiddetto cassetto fiscale, ossia un servizio informatico che consente la consultazione delle proprie informazioni fiscali, come i dati anagrafici e le dichiarazioni, i dati dei rimborsi e dei versamenti effettuati, gli atti del registro e i propri patrimoni.

Tale servizio informatico fiscale – si legge nel testo della sentenza n. 15899 del 27 aprile 2021 – rientra nell’alveo della nozione di domicilio informatico, alla cui inviolabilità è diretta la tutela penale del precetto di cui all’art. 615-ter c.p.

Nel caso di specie, la consapevolezza della mancanza di consenso all’accesso - unitamente al dolo generico prescritto – era stata tratta da elementi concreti di indiscutibile valenza quali, tra gli altri, l’interruzione dei rapporti avvenuta diversi anni addietro e l’astio manifesto tra le due sorelle.

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