Alla Cassa dei dottori commercialisti il ruolo di controllo contributivo

Pubblicato il 14 novembre 2013 La Corte di Cassazione, con sentenza 25526 del 13 novembre 2013, si pronuncia, confermandone la legittimità, sulla sentenza con cui la Corte di appello di Roma ha sostenuto l’annullamento di alcuni anni di contributi in capo ad un professionista per incompatibilità con l’esercizio della professione di dottore commercialista, deciso a sua volta dalla Cassa previdenziale dei dottori commercialisti.

Il protagonista della vicenda era stato, infatti, in quegli anni socio di una società in accomandita semplice.

La Cassazione ha riconosciuto alla Cassa il potere di controllo su “elementi rilevanti quanto all’iscrizione e alla contribuzione”, previsto dall’art. 20 della legge sulla Cassa dei dottori commercialisti, la n. 21/1986.

Per tali motivi, la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il taglio delle annualità contributive al dottore commercialista che per anni abbia rivestito il ruolo di socio accomandatario nella società in accomandita semplice.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Lavoratori domestici: in scadenza il versamento del terzo trimestre 2025

03/10/2025

Istituzione della festa nazionale san Francesco d'Assisi

03/10/2025

CCNL Laboratori analisi e poliambulatori Cifa - Stesura dell'1/9/2025

03/10/2025

Accessi fiscali domiciliari e ruolo del giudice: chiarimenti della Cassazione

03/10/2025

Laboratori analisi Cifa. Rinnovo

03/10/2025

Approvato dal CDM il decreto Flussi: ecco le quote per il triennio 2026-2028

03/10/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy