ANM: giudici onorari non possono essere stabilizzati Proteste dalla categoria

Pubblicato il 26 aprile 2017

Le istanze di “stabilizzazione” della magistratura onoraria “non possono trovare ingresso nel nostro ordinamento per ragioni di carattere costituzionale”.

Queste, per come “diffusamente” rappresentate nel recente parere del Consiglio di Stato del 7 aprile e nella relazione redatta su richiesta dell’Associazione nazionale magistrati dal giudice Cesare Trapuzzano, assistente di studio presso la Corte Costituzionale.

E’ quanto precisato dall’ANM con parere reso nella riunione del comitato direttivo del 22 aprile 2017, sul quesito appositamente formulato dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in tema di eventuale stabilizzazione della magistratura onoraria in servizio.

Secondo l’Associazione dei magistrati, l’assenza di un concorso pubblico sarebbe ostativa al reclutamento dei magistrati onorari in servizio e non sarebbe nemmeno compatibile – viene sottolineato - con il diritto dell’Unione Europea, a seguito delle pronunce del Comitato Europeo dei Diritti Sociali e della Comunicazione della Commissione Europea.

Deve essere escluso che i magistrati onorari in servizio possano essere stabilizzati e, di fatto – conclude l’ANM - la stabilizzazione è solo un’aspettativa che è stata creata per effetto di una “errata politica di sistematiche e reiterate proroghe, che per il nuovo regime previsto dalla legge delega è necessario evitare”.

Magistrati onorari contro il parere ANM

Il parere dell’Associazione nazionale magistrati è stato subito riscontrato dalle associazioni che rappresentano la categoria interessata, le quali, peraltro, hanno chiesto al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, un incontro urgente ed un’autorevole presa di posizione politica a favore della magistratura onoraria ed in ossequio ai dettami europei.

E’ datato 24 aprile 2017, in particolare, un comunicato congiunto di Angdp, CGP, Federmot, Unagipa e Unimo in cui le associazioni, prendendo atto del parere dell’ANM, sottolineano come quest’ultima “abbia omesso di esprimere una opinione sull’ipotesi prospettata dal parere del Consiglio di Stato, ossia il richiamo alla legge n. 217/1974”.

Legge che, ricordano i giudici onorari, “passò il vaglio di costituzionalità, non configura un ingresso nei ruoli della magistratura ordinaria, ma è volta a regolamentare la permanenza nelle funzioni dei giudici di pace ed onorari con il riconoscimento di adeguate tutele previdenziali e stipendiale".

Per la magistratura onoraria "stride con la ragion pratica" il profondersi speculativo dell'ANM su temi che non rappresenterebbero affatto l'oggetto del parere richiesto e delle rivendicazioni della categoria, "arrivando l'ANM ad ipotizzare un concorso pubblico per accedere a funzioni “declassate", senza considerare che tutti i magistrati onorari un concorso pubblico, in fase di accesso, l’hanno già superato ed in occasione dei rinnovi di mandati continuano ad essere sottoposti ad un vaglio analitico di professionalità e produttività".

Nessun accenno, peraltro, sarebbe stato fatto dall'ANM alla procedura di infrazione che sarebbe in procinto di venir aperta nei confronti dell’Italia “che si concluderà con una sentenza della Corte di Giustizia Europea, avente forza vincolante per il Governo italiano e per tutte le autorità giurisdizionali italiane”.

Il tutto senza considerare che "l’ANM non avanza alcuna proposta alternativa e il Governo non potrà che seguire la linea tracciata dall'unico organo consultivo deputato a fornire strumenti interpretativi della legge”, ed ossia il Consiglio di Stato.

Si sottolinea che il parere del ANM è stato definito “deludente” anche dal Procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro, nonché aspramente criticato in una nota a firma del Presidente dell'Angdp, Gabriele Di Girolamo

Angdp che - si segnala - ha anche inviato, sempre in data 24 aprile 2017, una lettera di sollecito alla Commissione Europea, e per conoscenza alla Presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo Cecilia Wilkstrom, al fine di aprire finalmente la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.

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