Assurance e reporting di sostenibilità: cosa cambia con la Stop-the-clock

Pubblicato il 07 luglio 2025

Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un tema centrale per le imprese, gli investitori e la società nel suo complesso. Rendere conto in modo trasparente delle proprie performance ambientali, sociali e di governance (ESG) non è più solo una scelta etica, ma una vera e propria esigenza strategica. In questo contesto, l’assurance, ovvero la revisione indipendente delle informazioni di sostenibilità, assume un ruolo fondamentale per garantire affidabilità, coerenza e comparabilità dei dati comunicati dalle aziende.

Nonostante il recente rinvio degli obblighi normativi previsto dalla direttiva europea “Stop-the-clock”, che ha posticipato le scadenze per la rendicontazione e il dovere di diligenza in ambito sostenibile, è importante che imprese e professionisti continuino a prepararsi attivamente. Il documento pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione nazionali dei commercialisti (CNDCEC e FNC) sottolinea proprio questo: l’assurance non va vista solo come un adempimento legale, ma come un'opportunità concreta per rafforzare la credibilità aziendale e costruire un vantaggio competitivo duraturo.

Contesto normativo: la "Stop-the-clock Proposal"

Il quadro normativo europeo sulla sostenibilità ha recentemente subito un’importante modifica con l’entrata in vigore della Direttiva (UE) 2025/794, nota come “Stop-the-clock Proposal”, approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea ed entrata in vigore il 17 aprile 2025. Questa direttiva ha l’obiettivo di rinviare l’entrata in vigore di alcuni obblighi previsti dalla normativa sulla rendicontazione di sostenibilità, per consentire alle imprese e agli Stati membri di affrontare in modo più ordinato l’implementazione delle nuove regole.

In particolare, la direttiva prevede:

Questa scelta legislativa risponde a esigenze di semplificazione normativa, emerse chiaramente a livello europeo, e in particolare:

Importanza dell'assurance per i professionisti oltre le scadenze

Nonostante il rinvio dei termini previsto dalla “Stop-the-clock Proposal”, l’assurance nel reporting di sostenibilità resta una priorità strategica per i professionisti. Il cambiamento normativo non riduce la complessità né la rilevanza delle informazioni ESG che le imprese devono comunicare. Al contrario, rafforza la necessità di strumenti operativi concreti, aggiornamento continuo e solide competenze tecniche.

I commercialisti e i revisori giocano un ruolo chiave nel garantire qualità, trasparenza e affidabilità delle informazioni di sostenibilità. Per farlo, devono poter contare su linee guida, checklist, modelli di lavoro e interpretazioni tecniche aggiornate, così da assicurare coerenza e rigore nelle attività di assurance, indipendentemente dalla tempistica normativa.

In un contesto in costante evoluzione, i professionisti della sostenibilità sono quindi chiamati a prepararsi per tempo, contribuendo attivamente alla costruzione di un sistema informativo ESG solido e credibile.

Cos'è l'assurance volontaria

L’assurance volontaria è la scelta da parte di un’impresa di far verificare da un soggetto indipendente le proprie informazioni di sostenibilità, anche in assenza di un obbligo normativo. Si tratta di un impegno spontaneo che punta a rafforzare la credibilità dei dati ESG riportati nei bilanci e nei report aziendali.

Questa pratica può generare numerosi vantaggi: miglioramento del merito creditizio, maggiore fiducia da parte degli investitori, reputazione più solida presso clienti e stakeholder. Inoltre, adottare fin da subito un meccanismo di assurance volontaria consente alle imprese di farsi trovare pronte quando gli obblighi diventeranno effettivi, acquisendo così un vantaggio competitivo significativo sul mercato.

Ruolo dei commercialisti e degli standard professionali 

Nel nuovo scenario della rendicontazione di sostenibilità, i commercialisti sono sempre più protagonisti come garanti della qualità e dell’affidabilità delle informazioni ESG. Il documento CNDCEC – FNC sottolinea la necessità di dotare questi professionisti di standard tecnici chiari, riconosciuti e aggiornati, in grado di supportare efficacemente le attività di assurance, sia obbligatorie che volontarie.

In quest’ottica, è particolarmente rilevante l’introduzione in Italia, a partire da gennaio 2025, dello SSAE – Standard per l’Attestazione della Rendicontazione di Sostenibilità, che fornisce un quadro metodologico coerente per la verifica delle informazioni ESG. A livello internazionale, il riferimento resta lo ISAE 3000, lo standard dell’IAASB che disciplina gli engagement di assurance diversi dalla revisione dei bilanci finanziari.

L’obiettivo comune è garantire uniformità di approccio, chiarezza nei giudizi professionali e tutela dell’interesse pubblico, in un contesto in cui la qualità dell’informazione non finanziaria è sempre più determinante per il credito, gli investimenti e la reputazione aziendale. Il documento dei commercialisti rappresenta così un richiamo alla responsabilità professionale e, al tempo stesso, un invito concreto all’azione, per accompagnare imprese e professionisti verso una transizione sostenibile basata su competenze, trasparenza e fiducia.

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