Bancarotta per distrazione e non preferenziale in caso di pagamenti effettuati senza causa

Pubblicato il 06 febbraio 2013 I pagamenti che un imprenditore effettui, poco prima del fallimento, privi di una precisa causale, portano alla configurazione del reato di bancarotta per distrazione.

E’ quanto sancito dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 5653 del 4 febbraio 2013 confermando la condanna disposta dai giudici di merito a carico dell’amministratore di fatto di una società poi fallita.

La condotta posta in essere dall’imprenditore, in particolare, è stata sussunta nella fattispecie della bancarotta per distrazione piuttosto che in quella di bancarotta preferenziale in quanto le operazioni ritenute distrattive, lungi dal consistere in pagamenti a creditori, erano costituite da pagamenti anticipati di merce ordinata dopo la cessazione dell'attività, da pagamenti relativi a fatture già quietanzate e da pagamenti in difetto di fatture; i pagamenti, quindi, nei quali non si era preferito un creditore a un altro, erano stati effettuati senza una causale.

Non potevano sorgere dubbi, in definitiva, sulla natura distrattiva delle operazioni poste in essere.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Lavoratori domestici: in scadenza il versamento del secondo trimestre 2025

08/07/2025

Studio associato: rimborsi auto deducibili al 100% se il professionista usa il suo mezzo

08/07/2025

Riduzione del tasso medio per prevenzione: modello OT23 2026

08/07/2025

Vendita totale di quote: no a riqualificazione come cessione d'azienda

08/07/2025

Regime forfetario ammesso senza rinuncia al regime del margine

08/07/2025

Energia. Via libera UE al programma “Energy Release 2.0”

08/07/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy