Il Bonus sociale rifiuti 2025 (o Bonus TARI) è una misura di sostegno economico destinata alle famiglie con basso reddito, che prevede uno sconto del 25% sulla tassa sui rifiuti. Introdotto con il DPCM 21 gennaio 2025, n. 24, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo 2025, uniforma e automatizza le agevolazioni locali preesistenti, garantendo criteri di accesso omogenei su tutto il territorio nazionale.
Il decreto stabilisce i principi e i criteri per l’applicazione delle agevolazioni tariffarie destinate agli utenti domestici del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani che si trovano in condizioni economico-sociali disagiate. Le modalità applicative delle agevolazioni tariffarie saranno stabilite dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) con specifici provvedimenti, nel rispetto del principio del recupero dei costi efficienti di esercizio e di investimento.
Anche se la norma entra in vigore il 28 marzo 2025, l'effettiva applicazione dipenderà dall’emanazione di questi provvedimenti attuativi, che dovranno definire le modalità di trasmissione dei dati tra INPS e Comuni, garantendo così l’automatismo del bonus.
Il Bonus sociale rifiuti (TARI 2025) è stato istituito dall'articolo 57-bis, comma 2, del Decreto legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito con modificazioni dalla Legge 19 dicembre 2019, n. 157. Questo decreto, approvato durante il Governo Conte II, prevedeva già l'introduzione di un'agevolazione tariffaria sulla TARI per le famiglie in difficoltà economica.
L’attuazione della norma è avvenuta, però, con un ritardo di oltre cinque anni rispetto alla previsione del decreto del 2019, che stabiliva che il bonus dovesse essere attuato entro quattro mesi attraverso un successivo DPCM.
Il modello a cui si ispira il Bonus sociale rifiuti 2025 è quello già esistente per le agevolazioni comunali sulla TARI, che in passato venivano concesse su base locale e con criteri eterogenei tra i vari Comuni.
Con l'entrata in vigore del DPCM 21 gennaio 2025, n. 24, il Governo ha uniformato e reso automatico lo sconto sulla TARI, seguendo il modello del bonus sociale per energia elettrica e gas, che già prevede agevolazioni basate sull'ISEE e viene applicato in modo automatico ai beneficiari senza necessità di presentare domanda.
Vediamo a chi spetta il Bonus TARI 2025, i requisiti necessari per riceverlo e in cosa consiste realmente l’agevolazione tariffaria.
Il bonus sociale rifiuti è destinato agli utenti domestici, ovvero ai nuclei familiari che si trovano in condizioni di disagio economico documentato. L'agevolazione si applica a un’unica fornitura del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani per ciascun nucleo familiare e deve essere intestata a uno dei suoi componenti.
Per determinare i beneficiari, si utilizza l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), come previsto dal DPCM del 5 dicembre 2013. L’accesso al Bonus è consentito a:
Le soglie ISEE verranno aggiornate ogni tre anni dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA). L'aggiornamento sarà calcolato in base all’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, con un arrotondamento al primo decimale.
Grazie a questa impostazione, il bonus sociale rifiuti garantisce un supporto concreto alle famiglie in difficoltà, assicurando un accesso più equo al servizio di gestione dei rifiuti urbani.
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è il parametro utilizzato per valutare la condizione economica di un nucleo familiare e determinare l’accesso a numerose agevolazioni fiscali e benefici assistenziali, come il Bonus sociale rifiuti. Introdotto con il Decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, e successivamente ridefinito con il DPCM del 5 dicembre 2013, l'ISEE considera il reddito complessivo della famiglia, includendo anche entrate esenti da imposte, il patrimonio immobiliare e mobiliare (sia in Italia che all’estero), e i carichi familiari (come figli o persone disabili a carico).
L'ISEE è necessario per accedere a numerosi bonus e tariffe agevolate, tra cui il bonus sociale per energia, gas e rifiuti. Per garantire un controllo efficace, i dati vengono incrociati con le informazioni fornite dall’INPS e da altri enti pubblici, consentendo l’assegnazione automatica di alcuni benefici ai soggetti aventi diritto.
Il Bonus rifiuti prevede una riduzione del 25% sulla TARI (tassa sui rifiuti) o sulla tariffa corrispettiva per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. L’agevolazione viene applicata direttamente in bolletta ai nuclei familiari che soddisfano i requisiti di reddito. Se il gestore del servizio di raccolta rifiuti non è accreditato al Sistema di Gestione delle Agevolazioni sulle Tariffe Energetiche (SGAte), l'importo dello sconto non viene calcolato sulla bolletta effettiva dell'utente, ma sulla spesa media nazionale per il servizio rifiuti, garantendo comunque la fruizione del bonus.
Come viene finanziato il Bonus rifiuti?
Il finanziamento del bonus sociale rifiuti non grava direttamente sui bilanci comunali, ma è garantito da un meccanismo di solidarietà tariffaria. In pratica, una piccola quota aggiuntiva viene applicata alle bollette di tutti gli utenti, sia domestici che non domestici, e confluisce in un fondo nazionale. Questo fondo viene poi utilizzato per coprire gli sconti concessi ai beneficiari del bonus, assicurando che l’agevolazione sia sostenibile senza oneri aggiuntivi per i Comuni o i gestori del servizio rifiuti.
NOTA BENE: La copertura finanziaria del bonus è assicurata attraverso una componente perequativa, istituita e aggiornata da ARERA. Questo sistema di redistribuzione dei costi garantisce che le agevolazioni siano finanziate in modo equo ed efficace, senza impattare direttamente sulle amministrazioni locali o sui fornitori del servizio.
La componente perequativa si basa su alcuni principi chiave:
Grazie a questo sistema, il Bonus sociale rifiuti non grava direttamente sui bilanci comunali e viene finanziato con un meccanismo di solidarietà tariffaria, simile a quello utilizzato per i bonus sociali su energia e gas.
A partire dal 1° gennaio 2025, il bonus sociale rifiuti viene riconosciuto automaticamente agli utenti domestici che soddisfano i requisiti di ISEE in corso di validità, senza necessità di presentare domanda. Questo meccanismo segue lo stesso modello già utilizzato per i bonus sociali su energia elettrica, gas e servizio idrico.
L'INPS fornisce le informazioni sui beneficiari, che vengono condivise attraverso un sistema di scambio dati gestito da più enti:
L'ARERA, in collaborazione con il Garante per la Protezione dei Dati Personali, stabilisce le modalità per la gestione e condivisione delle informazioni, assicurando il corretto trasferimento dei dati tra INPS, Comuni e gestori del servizio. Inoltre, ARERA definisce anche il sistema di scambio dei flussi finanziari per garantire la copertura delle compensazioni economiche previste dal bonus.
Grazie a questo processo, i cittadini non devono presentare alcuna richiesta: lo sconto sulla TARI viene applicato in automatico, semplificando l’accesso all’agevolazione per le famiglie in difficoltà economica.
La TARI (Tassa sui rifiuti) è un tributo comunale destinato a finanziare i costi di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani. È obbligatoria per chiunque occupi o detenga un immobile che possa generare rifiuti, a prescindere dalla quantità effettivamente prodotta.
L'importo della TARI è calcolato in base a due componenti:
Secondo il comma 641 della Legge di Stabilità 2014, l’obbligo di pagamento spetta a chiunque possieda o detenga, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani. In altre parole, a pagare la TARI è l’utilizzatore dell’immobile, e non necessariamente il proprietario.
Il DPCM 21 gennaio 2025, n. 24 segna un passo avanti nella gestione equa della TARI, garantendo un aiuto concreto e automatico alle famiglie più vulnerabili. Tuttavia, la piena operatività dipenderà dall'attuazione da parte di ARERA e degli enti locali, che dovranno assicurare una gestione trasparente ed efficiente. Se ben implementato, il bonus non solo alleggerirà il carico economico delle famiglie in difficoltà, ma potrebbe aprire la strada a ulteriori riforme per una gestione più equa e sostenibile della fiscalità ambientale in Italia.
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