Carcere facile per i reati sessuali

Pubblicato il 08 luglio 2009
La Cassazione, con sentenza n. 23961 dell'11 giugno scorso, ha rigettato il ricorso presentato da un cittadino extracomunitario, accusato di violenza sessuale, contro l'ordinanza con cui gli era stata confermata la custodia cautelare in carcere invece del ripristino degli arresti domiciliari. La difesa dell'uomo contestava il fatto che, per un reato commesso nel 2008, fosse stato applicato il decreto legge n 11 del 2009 con effetto retroattivo. La Corte, con la sua prima pronuncia sulla nuova disciplina prevista dal detto decreto legge, ha spiegato che la nuova previsione contenuta nell'art. 609-bis c.p. prevede, in presenza di gravi indizi di colpevolezza, l'obbligatorietà della detenzione in carcere; in caso di violenza sessuale, cioè, vi sarebbe una sorta di presunzione legale di inadeguatezza di ogni altra misura e di inversione dell'onere della prova in ordine alle esigenze cautelari. I giudici di legittimità ricordano, infine, che, in base alla regola generale, le misure cautelari sono disciplinate dalle norme in vigore al momento della loro attuazione e non da quelle esistenti al momento della commissione del reato.
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