Cassa, i giovani chiedono i conti

Pubblicato il 23 settembre 2006

Nonostante la ferma decisione di non procedere a scatola chiusa all’unificazione con l’ente dei ragionieri, l’Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti fa sapere di non volere certo rimandare il progetto di riforma delle professioni e chiede, dunque, al Cda della Cassa di avere a disposizione i numeri dell’operazione. La richiesta è stata formalizzata, ieri, da Michele Testa in un documento in cui oltre a proporre una gestione che raggiunga maggiori rendimenti degli investimenti per invogliare a pagare un contributo sempre più lontano dal 10% e vicino al massimo 17%, si domandavano le seguenti altre cose: una nuova formula previdenziale per l’istituto del riscatto dei praticanti; eliminare il limite minimo di volume d’affari sul quale applicare l’aliquota del 4%; estensione del contributo integrativo a tutti i soggetti che esercitano le attività previste dal Dlgs prescindere dalla loro forma giuridica. Quindi anche se sull’Albo unico non c’è nessuna retromarcia, è evidente che si vuole puntare il dito, soprattutto, sul discorso previdenziale che ancora non ha trovato una soluzione per evitare di imporre ulteriori sacrifici economici ai giovani.

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