Catricalà provoca gli Ordini. E la platea lo fischia

Pubblicato il 14 ottobre 2011 La grande attesa dei professionisti per il contraddittorio sul valore sociale del sistema ordinistico, a Torino, tra Marina Calderone e Antonio Catricalà, avvenuto durante il 46° Congresso del Notariato, è stata ripagata con la stoccata da parte del presidente dell'Antitrust che ha affermato che bisogna “riformare le professioni e non restare legati a esami di abilitazione che non sono sempre garanzia di qualità”, ed ha aggiunto che “Le liberalizzazioni porterebbero a una crescita dell'1,5% del pil”. Tre sono le proposte espresse: dare la possibilità agli studenti più meritevoli di acquisire la pratica già all'ultimo anno di università (eliminando concorsi di accesso alle professioni che sono spesso molto aleatori); ripensare il meccanismo di esami abilitanti all'esercizio della professione che prevedono preselezioni a quiz; far sedere rappresentanti dei consumatori, eletti dal parlamento, nei consigli degli Ordini.

La reazione della platea è stata chiara, dai fischi di protesta rivolti all’antitrust agli applausi verso la presidente del Cup che, indignata, ha replicato: “Catricalà viene a dirci che il nostro sistema, che funziona, va smantellato” e punta il dito sui costi elevati dell’Antitrust, evidenziati nel bilancio 2010, rispetto alla tariffa della categoria, ferma al 1992.

Anche Claudio Siciliotti, presidente Cndcec, è contro Catricalà e tuona: “bisogna uscire dalla logica ormai superata nella quale le decisioni le prendono solo il grande stato, le grandi imprese e i grandi sindacati. Professionisti, pmi e mondo accademico hanno pieno titolo per sedersi al tavolo delle riforme, portando quelle competenze tecniche che troppo spesso vengono snobbate”.
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