CdM, protezioni profughi ucraini e riordino degli incentivi alle imprese

Pubblicato il 03 marzo 2023

Ricco di punti all’ordine del giorno il Consiglio dei ministri n. 22 tenutosi il giorno 23 febbraio 2023, che ha visto l’approvazione di:

Ma andiamo con ordine.

Protezione per le persone provenienti dall’Ucraina, ulteriori fondi  

Come si legge nel comunicato stampa che ha accompagnato la chiusura del CdM di ieri, c’è stato il via libera al decreto legge che proroga la protezione temporanea per i profughi ucraini, stanziando oltre 360 milioni di euro. Ulteriori 47 milioni dovrebbero essere previsti per assistere i minori non accompagnati.

Ad un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, il Governo di Giorgia Meloni ha disposto l’allungamento delle misure di assistenza e accoglienza già previste in favore della popolazione ucraina, fino al 31 dicembre 2023.

ATTENZIONE: Il provvedimento che si è formalizzato nel Decreto legge 2 marzo 2023, n. 16, recante “Disposizioni urgenti di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina” è stato accolto nella Gazzetta Ufficiale n. 52 del 2 marzo 2023. Le sue disposizioni entrano in vigore dal giorno 3 marzo 2023.

In particolare, con il decreto legge n. 16/2023 è disposta la prosecuzione delle attività di:

NOTA BENE: E’ stata prorogata al 31 dicembre 2023, fatta salva la cessazione della protezione temporanea da parte del Consiglio dell'Unione europea, la durata dei permessi di soggiorno per protezione temporanea fino ad ora rilasciati ai cittadini ucraini e in scadenza al 4 marzo 2023.

Commissione nazionale per i diritto di asilo: In  considerazione dell'eccezionale volume di richieste di protezione internazionale connesse al conflitto bellico in  atto in Ucraina, il Ministero dell'interno, al fine di assicurare la migliore funzionalità dei compiti di coordinamento del Sistema nazionale di riconoscimento della protezione internazionale affidati alla Commissione nazionale per il diritto di asilo, è autorizzato ad avvalersi, presso quest'ultima, nell'anno 2023, tramite una o più agenzie di somministrazione di lavoro, nel limite di  spesa  di  euro 150.000, di prestatori di lavoro con contratto a tempo determinato, in numero non superiore a dieci, in possesso di professionalità di cui la Commissione stessa risulta non sufficientemente dotata.

Incentivi alle imprese. Ok al disegno di legge di riforma

Ok del Consiglio dei ministri anche al disegno di legge delega per il riordino degli incentivi alle imprese, che ora passa al vaglio del Parlamento.

Il provvedimento, collegato alla Manovra 2023-2025 in coerenza con le indicazioni del Def e con il Pnrr, opera su tre fonti principali:

NOTA BENE: Una volta trasformato in legge, per la concreta attuazione della riforma sugli incentivi alle imprese, sarà necessaria l’adozione di uno o più decreti legislativi da adottare entro 24 mesi.

Il tutto per arrivare alla nascita di un nuovo “codice degli incentivi” al fine di bloccare l’estrema frammentazione delle attuali politiche di incentivazione e raggiungere la piena efficienza degli interventi per le imprese. Tra le altre cose, inoltre, prevista anche la semplificazione delle norme in materie di investimenti e interventi nel Mezzogiorno.

Come commentato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy: "Il provvedimento nasce dalla necessità di avere una riforma organica per fermare la giungla degli incentivi. L'obiettivo è semplificare e omogenizzare. Le sfide globali di oggi hanno bisogno di risposte mirate e coerenti con un sistema degli incentivi compiuto e coordinato".

Per prima cosa si punta, quindi, all’intesa con le Regioni, prevedendo degli accordi con lo Stato per concentrare gli sforzi su misure efficaci ma che non siano dei doppioni; si vuole cioè evitare duplicazioni e sovrapposizioni tra soggetti diversi che gestiscono le stesse misure.

L’obiettivo è che “la programmazione regionale, compresa quella relativa ai fondi strutturali e di investimento europei, possa tenere conto di quella nazionale.

Gli interventi normativi si svilupperanno in una duplice direttrice, dovendo consentire:

Recepimento direttive Ue, più tutele ai consumatori e nuove regole per fusioni e scissioni

Approvati in via definitiva dal Governo anche tre decreti legislativi che attuano altrettante direttive europee.

Si tratta nello specifico, del Dlgs che attua la direttiva (UE) 2019/2161 per una migliore applicazione e una modernizzazione delle norme dell’Unione relative alla protezione dei consumatori (Ministro delle imprese e del Made in Italy).

E’ la cosiddetta "Direttiva Omnibus" sulle nuove disposizioni normative per rafforzare la tutela dei consumatori nel caso di clausole vessatorie, pratiche commerciali scorrette, concorrenza sleale o comunicazioni commerciali non veritiere.

Lo scopo è quello di rivedere l'impianto sanzionatorio per garantire la massima armonizzazione a livello europeo nella tutela dei consumatori e considerare anche il sempre maggiore peso delle transazioni online.

In particolare, vengono fissate nuove regole in materia di annunci di sconti e campagne promozionali, con l’inserimento nel Codice del Consumo del nuovo art. 17-bis, rubricato “Annunci di riduzione di prezzo”. Ai sensi di tale articolo, ogni annuncio di riduzione di un prezzo deve indicare il prezzo più basso applicato dal professionista alla generalità dei consumatori nei 30 giorni prima dell’applicazione della riduzione stessa.

Il secondo Dlgs attua la direttiva (UE) 2019/2121 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 novembre 2019, che modifica la direttiva (UE) 2017/1132 in materia di trasformazioni, fusioni e scissioni transfrontaliere (Ministro della giustizia).

L’obiettivo è quello di armonizzare le discipline dei diversi Paesi, al fine di rendere compatibili i vari ordinamenti mediante la previsione di livelli minimi di garanzia per soci, creditori e lavoratori.

L’applicazione della nuova normativa non sarà limitata alle operazioni straordinarie poste in essere entro i confini dell’Unione, ma si estenderà, nel rispetto dei principi di diritto privato internazionale, anche alle “operazioni internazionali”, ossia trasformazioni, fusioni o scissioni alle quali partecipino o da cui risultino una o più società regolate dalla legge italiana e almeno una società regolata dalla legge di uno Stato non appartenente all’Ue.

NOTA BENE: Le nuove norme si applicheranno, inoltre, anche alle operazioni transfrontaliere riguardanti “società diverse dalle società di capitali”, come per esempio società semplici, snc e sas.

Infine, nel CdM del 23 febbraio è stato approvato il decreto legislativo di recepimento della direttiva 2021/514/Ue, cosiddetta “DAC 7”, recante modifica della direttiva 2011/16/Ue relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale (Ministero dell’Economia e delle finanze).

Il Dlgs riguarda le procedure di scambio automatico dei dati in possesso dei gestori delle piattaforme digitali. La direttiva europea, infatti, prevede che i dati di chi guadagna oltre 2.000 euro online sui siti web, sui portali di commercio elettronico o tramite i social vengano inviati all’Agenzia delle entrate che li controlla ai fini delle imposte.

In particolare, la direttiva 514 del 2021 obbliga le piattaforme web di ciascun Paese membro a comunicare i guadagni ottenuti sul web dagli utenti.

La prima scadenza di queste comunicazioni è fissata al 31 dicembre 2024 per i guadagni ottenuti dagli utenti in tutto il 2023.

NOTA BENE: Tra i redditi che le piattaforme web devono comunicare alle autorità fiscali degli Stati membri, oltre a quelli relativi alla vendita di beni online, di servizi, di noleggio di mezzi di trasporto, vi sono anche i redditi guadagnati attraverso le piattaforme di affitti brevi, Airbnb e Booking.com.

Nel dettaglio, le comunicazioni dovranno contenere le informazioni dei venditori a seconda che siano persone fisiche o giuridiche.

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