Certificatori Tcf: primi elenchi attivi e nuove regole CNDCEC

Pubblicato il 19 settembre 2025

È avvenuto il primo popolamento degli elenchi dei professionisti abilitati che, già in possesso dei requisiti previsti, potranno da subito certificare i tax control framework (Tcf) delle aziende che hanno presentato istanza di adesione all’istituto dell’adempimento collaborativo (cooperative compliance).

A renderlo noto è stato un comunicato congiunto dell’Agenzia delle Entrate, del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Cndcec) e del Consiglio Nazionale Forense (Cnf), che hanno pubblicato i nomi dei primi professionisti iscritti agli albi sul sito dell’Agenzia.

Si tratta, in particolare, di 30 tra commercialiste e commercialisti e di 3 avvocati. In totale, dunque, 33 professionisti che inaugurano ufficialmente l’attività di certificazione del Tcf, segnando l’avvio concreto della fase operativa dello strumento.

Che cos’è il Tax Control Framework

Il Tax Control Framework (Tcf) è il sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo dei rischi fiscali introdotto dal Dlgs n. 128/2015, decreto che ha istituito il regime di adempimento collaborativo o cooperative compliance. Si tratta di un modello organizzativo che i contribuenti devono adottare per accedere al regime, concepito per garantire maggiore certezza del diritto e instaurare un rapporto di fiducia con l’Amministrazione finanziaria.

Il Tcf deve essere un sistema integrato all’interno della governance aziendale e dei controlli contabili e finanziari, così da assicurare l’affidabilità dei dati su cui si fondano le obbligazioni tributarie. L’obiettivo non è solo prevenire errori o violazioni, ma anche consentire un’interlocuzione costante e preventiva con l’Agenzia delle Entrate sui rischi fiscali rilevanti, anticipando eventuali criticità e riducendo il contenzioso.

A partire dal Dlgs n. 221/2023, il sistema deve essere certificato da professionisti indipendenti qualificati, incaricati di attestare l’efficacia dei modelli adottati dalle imprese. Questa attività non ha natura consulenziale, ma di validazione e garanzia: i certificatori verificano che l’impresa sia dotata di procedure adeguate, ruoli e responsabilità chiari, strumenti di monitoraggio e un’adeguata mappatura dei rischi fiscali.

Chi sono i primi certificatori e perché sono stati esonerati dai corsi

I primi iscritti negli elenchi ufficiali dei certificatori Tcf sono 33 professionisti, di cui 30 commercialisti e 3 avvocati, individuati tra coloro che nei mesi scorsi avevano presentato regolare domanda di abilitazione.

Si tratta di professionisti già in possesso dei requisiti di titoli, competenze e anzianità previsti dal protocollo d’intesa siglato tra MEF, Agenzia delle Entrate, Cndcec e Cnf e richiamati dal Dm 12 novembre 2024.

NOTA BENE: Proprio per questo bagaglio formativo e professionale, essi sono stati esonerati dai percorsi formativi obbligatori e hanno potuto essere immediatamente iscritti negli albi tenuti dai rispettivi Consigli nazionali, risultando così i primi a poter certificare i tax control framework delle imprese.

Diversa sarà la situazione per gli altri aspiranti certificatori: per loro, infatti, a partire da ottobre 2025 prenderanno il via i corsi di formazione organizzati congiuntamente dai due Ordini professionali, necessari per ottenere l’abilitazione e l’inserimento negli elenchi ufficiali.

Il quadro normativo e organizzativo

Il percorso che ha portato alla nascita degli elenchi dei certificatori Tcf trova fondamento nel decreto ministeriale del 12 novembre 2024, che ha fissato regole e criteri per l’abilitazione. A completare il quadro è stato il citato protocollo d’intesa firmato lo scorso aprile tra MEF, Agenzia delle Entrate, Cndcec e Cnf, con cui sono stati individuati i titoli, le competenze e i percorsi formativi richiesti per accedere agli albi.

ATTENZIONE! La valutazione finale dei requisiti professionali resta però di esclusiva competenza dei Consigli nazionali di appartenenza, a garanzia dell’indipendenza e della qualità dei certificatori.

In base al decreto, possono chiedere l’iscrizione i professionisti iscritti al proprio ordine da almeno cinque anni e in possesso dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza. Sono richieste competenze in materia di sistemi di controllo interno e gestione dei rischi, principi contabili e diritto tributario, nonché l’assenza di condanne e condizioni di incompatibilità. Sul piano dell’indipendenza, il certificatore deve essere estraneo al processo decisionale dell’impresa incaricante e libero da potenziali conflitti di interesse; lo stesso professionista può ricevere al massimo tre incarichi consecutivi da una singola impresa, con possibilità di nuovo affidamento solo dopo sei anni.

Grazie a queste disposizioni, i 33 professionisti già in possesso di tutti i requisiti hanno potuto iscriversi subito agli elenchi e sono i primi a poter certificare i Tcf delle imprese.

NOTA BENE: Per tutti gli altri professionisti interessati a diventare certificatori, l’abilitazione potrà avvenire solo dopo la frequenza dei corsi di formazione organizzati congiuntamente da Cndcec e Cnf, la cui partenza è prevista per ottobre 2025.

Le modifiche al Regolamento sull’elenco dei certificatori

Con l’Informativa n. 131/2025, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (Cndcec) ha approvato, nella seduta del 17 settembre 2025, alcune modifiche al regolamento sul funzionamento dell’Elenco degli iscritti nella Sezione A dell’Albo abilitati alla certificazione del Tax Control Framework (Tcf). Le novità, che intervengono sul testo già approvato il 25 giugno 2025, puntano a semplificare il procedimento di iscrizione, assicurando maggiore efficienza e tempi certi.

Tra i cambiamenti principali figura l’eliminazione della Commissione paritetica di valutazione, precedentemente composta da rappresentanti di Cndcec, Cnf e Agenzia delle Entrate. D’ora in avanti, l’intera gestione delle domande di iscrizione sarà affidata direttamente al Cndcec, attraverso il Responsabile del procedimento, evitando passaggi intermedi e rendendo l’iter più lineare.

Il nuovo regolamento conferma il termine massimo di 90 giorni per concludere l’istruttoria (che diventano 120 in caso di richiesta di integrazione documentale), ma senza il doppio passaggio con la Commissione. Sarà quindi il Consiglio a decidere in autonomia sull’ammissione o sull’eventuale diniego, adottando un provvedimento motivato.

Anche in caso di sospensione o cancellazione dall’elenco — ad esempio per infedele certificazione o perdita dei requisiti di onorabilità — la competenza resta interamente al Consiglio, che potrà intervenire con maggiore tempestività. Restano invece immutati i requisiti professionali e l’obbligo di percorsi formativi da 80 ore suddivisi in tre moduli (sistemi di controllo interno e gestione dei rischi, principi contabili e diritto tributario), con le cause di esonero totale o parziale già previste dal Protocollo d’intesa dell’11 aprile 2025. La domanda continua a dover essere presentata via PEC e con firma digitale.

Con queste modifiche il Cndcec mira a un procedimento di iscrizione più snello e trasparente, capace di garantire tempi certi e maggiore efficienza, senza modificare i contenuti sostanziali dei requisiti richiesti ai professionisti.

Il ruolo dei Consigli nazionali e la sinergia con l’Agenzia

L’avvio degli elenchi dei certificatori Tcf è il risultato di una stretta collaborazione istituzionale tra l’Agenzia delle Entrate, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Cndcec) e il Consiglio Nazionale Forense (Cnf), che hanno lavorato congiuntamente per definire regole, requisiti e percorsi formativi. Una governance condivisa che ha reso possibile la fase operativa dello strumento, rafforzando il rapporto di fiducia tra professioni e Amministrazione finanziaria.

«Con il primo popolamento dell’elenco – ha dichiarato Elbano De Nuccio, presidente del Cndcec – si entra nella piena fase operativa del tax control framework e si apre una nuova era del fisco. Commercialisti e avvocati diventano protagonisti del processo di compliance, con un ruolo di garanzia per le imprese e per il sistema tributario. Siamo convinti che questa sarà una concreta opportunità di lavoro per tanti colleghi».

Sulla stessa linea Francesco Greco, presidente del Cnf, che ha evidenziato come «per l’avvocatura si apre un nuovo ambito di operatività, con un ruolo di garanzia sia per le imprese sia per il sistema tributario. Non si tratta di attività consulenziale, ma di certificazione e validazione dei modelli di gestione del rischio fiscale adottati dalle imprese: un salto culturale di grande rilievo, che porterà a un nuovo rapporto tra fisco e contribuenti».

Un nuovo modello di cooperazione istituzionale

L’avvio degli albi dei certificatori segna non solo un passaggio tecnico, ma anche un cambio di paradigma nel rapporto tra Fisco, professioni e imprese. La collaborazione tra Agenzia delle Entrate, Cndcec e Cnf testimonia come le istituzioni possano lavorare insieme per costruire strumenti innovativi, capaci di coniugare certezza del diritto, trasparenza e fiducia reciproca. In questo scenario, commercialisti e avvocati assumono un ruolo strategico di garanzia, aprendo la strada a una nuova cultura della compliance fiscale che punta a prevenire le controversie e a rafforzare la competitività del sistema Paese.

NOTA BENE: L’elenco aggiornato dei certificatori e i testi dei regolamenti sono disponibili sul sito del Cndcec e dell’Agenzia delle Entrate.

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