Cnpadc, al convegno “Previdenza in tour” le idee per la riforma

Pubblicato il 24 ottobre 2015

In occasione dell'evento «Previdenza in tour», organizzato dalla Cassa di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti (Cnpadc), è intervenuto anche il Presidente della Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, Lello Di Gioia, a specificare quanti e quali siano le importanti novità che riguardano le Casse di previdenza che sono contenute nella prossima legge di Stabilità.

È imminente un incontro con le Casse per discutere sugli eventuali emendamenti da presentare per la legge di Stabilità 2016 e, poi, per riflettere su quali punti del sistema previdenziale privato occorra mettere mano in vista di una sua riforma. In primo luogo, si è sottolineato che si tratta di un sistema vecchio di 20 anni, che ha come limite il fatto che le Casse, pur avendo una natura privata, vengono impropriamente considerate come degli enti pubblici.

I temi cari alle Casse da portare nella Stabilità 2016

I temi che si conta di portare all'esame del Parlamento, durante l'iter di approvazione finale della legge di Stabilità, sono, oltre a quello della tassazione sulle rendite finanziarie che lo scorso anno è stata alzata dal 20% al 26%, anche quello della riforma stessa del sistema previdenziale delle professioni.

Se da una parte, infatti, si spinge verso un alleggerimento e una diversificazione della tassazione, dall'altra viene posto l'accento proprio sulla questione della natura privata della Casse, spesso trattate come enti pubblici, per cui è ora giunto il momento di ipotizzare un modello moderno di gestione del loro patrimonio, che non può essere trattato come se fosse capitale.

Pensioni più ricche grazie alla riserva da “extra-rendimento”

Intanto, si apprende dal contenuto della delibera approvata dalla Cnpadc, presieduta da Renzo Guffanti, che presto i dottori commercialisti potrebbero riceve pensioni più generose, grazie alla ripartizione di 76 milioni sui montanti contributivi degli iscritti, provenienti dalla riserva da "extra-rendimento" realizzato dalla stessa Cassa previdenziale di categoria.

Si tratterebbe di riconoscere ad ogni singola posizione contributiva degli iscritti, non pensionati al 31 dicembre 2014, un “extra rendimento” del 2,81%. Ma affinché la norma diventi esecutiva è necessario ora il benestare dei ministeri vigilanti dell'Economia e del Lavoro e delle politiche sociali.

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