Cnpadc ribadisce il no alla rottamazione

Pubblicato il 19 luglio 2017

Non finisce la diatriba sulla rottamazione dei ruoli: il presidente Cnpadc (Cassa di previdenza dei commercialisti), Walter Anedda, replica, con una lettera ai delegati dell’assemblea, alla risposta del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta al question time del 13 luglio 2017. La missiva avvia il progetto di un’informativa periodica sulle tematiche previdenziali e sulle linee strategiche e decisionali della Cassa.

I punti della risposta immediata che non sono piaciuti:

Su quest'ultimo si ricorda la diffida da parte della Cassa ad Equitalia a fornire il calcolo.

Il sottosegretario al Mef ha, poi, precisato che grava sull’Ente previdenziale interessato l’onere di comunicare ai propri iscritti il contrario avviso in merito all’inapplicabilità della procedura di definizione agevolata.

E tre sono gli elementi su cui si basa il no della Cnpadc alla rottamazione: la norma, l’autonomia gestionale delle Casse, l’equità di trattamento degli iscritti.

“Dagli” e non “agli”

Secondo la norma (articolo 10, lettera e-bis del Dl 193/2016) sono esclusi dalla definizione agevolata i carichi affidati agli agenti della riscossione recanti le altre sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti dagli enti previdenziali. Dunque, rientrano nella rottamazione i carichi dei contributi dovuti “dagli” enti previdenziali, ma non si parla di quelli dovuti agli enti previdenziali.

L'autonomia delle Casse

Le Casse private sono autonome, a cominciare dall'assoluto divieto di contribuzione da parte dello Stato: pertanto, hanno l’obbligo di reperire da sole le risorse per erogare i trattamenti pensionistici e assistenziali. L’imposizione di un rigido obbligo normativo di rinuncia all’incasso di somme destinate a garantire l’equilibrio della Cassa stessa contrasta con tale autonomia, riconosciuta anche dalla Corte costituzionale con la sentenza 7/2017.

Sanatoria iniqua

La rottamazione rappresenta un sicuro beneficio per chi ha un debito nei confronti della Cassa, ma sicuramente non costituisce un vantaggio per tutti coloro, la stragrande maggioranza, che hanno puntualmente assolto agli obblighi.

Sul punto viene evidenziata la possibilità da circa 20 anni di poter regolarizzare spontaneamente la propria posizione contributiva, con il ridimensionato le sanzioni, anche attraverso la regolarizzazione agevolata, una sorta di avviso bonario, e forme di rateizzazione delle somme dovute direttamente alla Cassa o all’agente della riscossione.

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