Codice appalti, parere del Consiglio di Stato

Pubblicato il 02 aprile 2016

Con il corposo parere n. 855 del 1° aprile 2016, il Consiglio di Stato entra nel merito della “storica” riforma del Codice degli appalti. Ne parla un comunicato dello stesso giorno pubblicato sul sito.

La commissione governativa ha redatto il testo in fretta

L’elaborazione di un codice richiede ordinariamente tempi molto lunghi. I tempi stretti di redazione hanno comportato inevitabili refusi, incoerenze e difetti, che potranno essere in parte rimediati da subito attraverso il recepimento dei pareri, in parte mediante gli altri strumenti apprestati dall’ordinamento (avvisi di rettifica, errata corrige, decreti correttivi). A fini di maggior chiarezza il codice andrebbe corredato da tabelle di corrispondenza delle sue disposizioni a quelle delle direttive e del previgente codice.

Oltre la delega

Secondo il parere, che etichetta come giusta la scelta di abbandonare il regolamento attuativo unico e scegliere la “soft law” affidata all’Anac, tre sono i tasselli della bozza del decreto andati oltre i limiti della delega:

Infine, il Consiglio invita a perseguire con determinazione la riduzione del numero delle stazioni appaltanti salvaguardando meglio le Pmi.

Maggior rigore è chiesto nella disciplina dei requisiti morali dei concorrenti attraverso l’ampliamento del novero delle condanne penali per cui si è esclusi dalle gare.

 

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