Colpa medica e dubbi interpretativi. Parola alle Sezioni Unite

Pubblicato il 15 novembre 2017

Sulla colpa medica è necessaria una pronuncia delle Sezioni Unite, stanti i contrasti interpretativi venuti a determinarsi a seguito dell’entrata in vigore della Legge n. 24/2017 (che ha cancellato la precedente disciplina ex Legge n. 189/2012).

Così, il Presidente della quarta sezione – alle prese con un procedimento per lesioni colpose a carico di un neurochirurgo - si è rivolto al Presidente della Corte Suprema con un comunicato, affinché possa valutare la sussistenza delle condizioni per la trasmissione del fascicolo alle Sezioni Unite.

Due orientamenti contrastanti

Viene in primo luogo evidenziato come la novella in fatto di responsabilità medica (Legge c.d. Gelli – Bianco, n. 24/2017), abbia suscitato non pochi dubbi interpretativi, anche di notevole rilievo. Si contrappongono sul punto, difatti, due contrastanti orientamenti giurisprudenziali.

Un primo, ritiene che la disciplina previgente fosse più favorevole ai sanitari, avendo escluso la rilevanza penale di condotte connotate da colpa lieve in contesti regolati da Linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica. Mentre la norma sopravvenuta ha eliminato la distinzione tra colpa lieve e colpa grave ai fini dell’attribuzione dell’addebito, dettando al contempo una nuova ed articolata disciplina circa le Linee guida che costituiscono parametro di valutazione della colpa.

Il secondo recente orientamento, ritiene invece che la nuova disciplina sia più favorevole, avendo previsto una causa di esclusione di punibilità del sanitario che operi nel rispetto delle Linee guida (o, in mancanza, delle buone pratiche clinico assistenziali adeguate alla criticità del caso), solo in caso di imperizia, indipendentemente dal grado della colpa.

Detto ciò – si legge ancora nel comunicato del 7 novembre 2017 – e stante la radicale diversità delle due interpretazioni, urge in proposito un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite.

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