Commercialisti, il rilancio del merito

Pubblicato il 12 marzo 2009

Circa duemila professionisti hanno partecipato, ieri, alla prima giornata del Congresso dei dottori commercialisti e dei ragionieri, dopo l’unificazione nell’Albo unico. Il congresso è stato considerato fin dall’insediamento del Consiglio nazionale (gennaio 2008) un momento strategico per unire la categoria e comunicare a tutti le aspettative dell’intera professione. I temi centrali del dibattito di ieri sono stati: la difesa del ruolo del collegio sindacale, con particolare attenzione verso un sistema di controlli preventivi contro i dissesti; l’efficienza della giustizia civile, che dovrebbe passare attraverso la conciliazione obbligatoria prima del contenzioso; infine, la riforma delle professioni intellettuali.

La Società di lavoro professionale (Slp), di cui sono promotori i commercialisti con una proposta che vorrebbe coinvolgere anche notai ed avvocati, si fonda sull'apporto di lavoro intellettuale da parte dei soci; in tale società il lavoro viene tutelato in via prioritaria rispetto al capitale investito, in modo che la compagine abbia necessariamente una veste giuridica ad hoc, diversa cioé da quelle utilizzate per le imprese collettive. I dottori commercialisti, nel documento presentato ieri, hanno proposto la creazione di un tavolo comune permanente con notai e avvocati, per l'individuazione di strategie di interesse pubblico e la creazione di commissioni di studio su questioni di rilevanza comune, anche per prevenire eventuali conflittualità tra professioni. Il testo messo a punto dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili sulla riforma delle professioni prevede, inoltre, una collaborazione delle tre professioni nello snellimento del processo civile. Tale operazione, si precisa, dovrà comunque essere accompagnata dalla certezza delle competenze e della professionalità, oltre che dalla autonomia e indipendenza dei soggetti coinvolti.

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