Condannato il giornalista che anticipa, in chiave colpevolistica, l'esito delle indagini

Pubblicato il 02 febbraio 2011 E' stato respinto, dai giudici della Cassazione – sentenza n. 3674 del 1° febbraio 2011 – il ricorso presentato da un giornalista al fine di vedersi assolvere, con formula piena, dal reato di diffamazione dopo che nei confronti dello stesso era stato deciso di non doversi procedere in considerazione dell'estinzione per prescrizione del reato.

Il giornalista era imputato per aver firmato un'inchiesta sui presunti finanziamenti della mafia al gruppo Fininvest, nel cui contenuto erano riportate dichiarazioni di altri soggetti coinvolti nella vicenda presenti in alcuni atti di indagine; lo stesso aveva inoltre prospettato e anticipato l'esito delle indagini in chiave "colpevolista" senza, peraltro, essere in grado di dimostrare l'affidabilità delle proprie indagini private.

I giudici di legittimità non hanno condiviso le posizioni del giornalista il quale chiedeva che gli venisse applicata la scriminante del diritto di cronaca: in particolare – si legge nel testo della decisione - “ rientra nell'esercizio di cronaca giudiziaria riferire atti di indagini e atti censori, provenienti dalla pubblica autorità, ma non è consentito effettuare ricostruzioni, analisi e valutazioni tendenti ad affiancare e precedere attività di polizia e magistratura, indipendentemente dai risultati di tali attività”.
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