Confermato il sequestro sui beni oggetto di vendita in sequenza

Pubblicato il 08 maggio 2013 La Suprema corte di legittimità, con la sentenza n. 19524 del 7 maggio 2013, ha confermato la decisione con cui il Tribunale di Rieti aveva ritenuto legittima l’applicazione della misura del sequestro disposta dal Gip su alcuni beni immobili di una Srl; il sequestro era stato irrogato nell’ambito di un’indagine per sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte avviata nei riguardi dell’amministratore della società medesima per aver proceduto, a seguito della notifica di ben 19 cartelle esattoriali, alla vendita in sequenza dei beni immobili della società.

A fronte delle doglianze avanzate dal ricorrente imprenditore secondo cui, nel provvedimento di sequestro, era stato erroneamente qualificato il fatto come reato a “consumazione segmentata”, quando, per contro, lo stesso avrebbe dovuto essere considerato a natura istantanea, i giudici della Terza sezione penale di Cassazione hanno sottolineato come, nei casi come quello di specie in cui la pluralità di passaggi proprietari, per quanto privi di una convincente giustificazione economica, rende più difficile l'individuazione del destinatario finale dei beni e il loro recupero erariale, non deve ritenersi rilevante il singolo atto negoziale, “bensì il complesso unitariamente considerato di quelli che risultano finalizzati al raggiungimento del medesimo scopo”.
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