Confisca per equivalente confermata anche se cambia la qualificazione del fatto

Pubblicato il 07 aprile 2011 Con sentenza n. 13728 depositata lo scorso 6 aprile 2011, la Corte di cassazione ha confermato la decisione con cui i giudici di merito avevano disposto la confisca dei conti correnti bancari di un contribuente, accusato per dichiarazione fraudolenta, per una somma pari all'imposta asseritamente evasa.

Anche se l'accusa era poi mutata in "dichiarazione infedele", per la Corte di legittimità, "la fattispecie è senz'altro rilevante sotto il profilo penale in quanto in ogni caso la fattispecie può essere ricondotta alla violazione dell'art. 4 del d.lgs. 74/2000". Ne derivava, nella specie, la legittima disposizione del sequestro per equivalente.

Non può essere mossa alcuna contestazione al riguardo - continua la Suprema corte - "essendo assolutamente pacifico in tema di riesame di misure cautelari reali che il tribunale debba avere riguardo al fatto in relazione al quale si rappresenta l'esistenza di un fumus di reato ma che ben possa confermare il provvedimento cautelare anche sulla base della diversa qualificazione giuridica del fatto”.
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