Conti correnti dei familiari, non è automatica l'attribuzione all'imprenditore

Pubblicato il 08 marzo 2014 Le somme presenti nei conti correnti dei familiari non possono essere automaticamente ricondotte ai ricavi dell'imprenditore. A stabilirlo è la Corte di Cassazione con la sentenza n. 10811 del 6 marzo 2014.

Si evidenzia come spetti al giudice penale la determinazione dell'ammontare dell'imposta evasa procedendo d'ufficio agli accertamenti necessari, “eventualmente mediante il ricorso a presunzioni di fatto”.

Per la configurabilità del reato di omessa dichiarazione, ai fini di evasione dell'imposta sui redditi, non vale quindi il ricorso alla presunzione tributaria secondo cui tutti gli accrediti registrati sul conto corrente si considerano ricavi dell'azienda.

Nella verifica per l'accertamento e determinazione dell'ammontare dell'imposta evasa, il giudice penale può, nella sua verifica, sovrapporsi ed anche entrare in contraddizione con i risultati della verifica dinanzi al giudice tributario.

Il caso in esame riguarda un imprenditore accusato di evasione per essergli stati attribuiti maggiori imponibili derivanti dalle somme sui conti correnti dei familiari.
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