Convegno revisione geografia giudiziaria

Pubblicato il 10 giugno 2016

Il 9 giugno 2016 si è tenuto il Convegno “Geografia Giudiziaria- I diversi saperi come opportunità di un nuovo assetto organizzativo” organizzato dal Consiglio nazionale forense, con l’intervento di alcuni illustri rappresentanti dell’Istituto di ricerca sui sistemi giudiziari del CNR, dell’Istat, del Ministero della Giustizia, dell’Avvocatura dello Stato e del CSM.

Si è trattato, in particolare, di un’importante occasione di analisi ed elaborazione statistica dei dati sulla giurisdizione in Italia, per sollecitare l’attenzione di Governo e Parlamento sulla metodologia da seguire nelle progettate riforme per restituire efficienza al servizio giustizia; una tra le quali, la paventata revisione dei distretti delle Corti d’Appello.

Prima fase revisione Insufficienza metodologica

Pur nella diversità delle posizioni rappresentate, sono tuttavia emerse delle riflessioni convergenti, quale ad esempio l’appurata insufficienza metodologica nella prima fase della revisione della geografia giudiziaria, che ha portato alla soppressione di diversi Tribunali, sezioni distaccate e giudici di pace.

Effetto dimensione Corti d’Appello Inesistente

Altro punto condiviso, è la constatata inesistenza di un “effetto dimensione” delle Corti d’appello, per cui se è pur vero che “il piccolo tende ad essere dispendioso”, è altrettanto vero che “il grande rischia di essere insufficiente”.

A riprova di ciò – è emerso durante il convegno – se al momento attuale circa un milione di cittadini impiega oltre due ore per recarsi alla Corte d’Appello più vicina, in vista della prospettata riduzione a 16 Corti distrettuali, detto numero aumenterà sino 6 milioni.

Oltretutto ciò che i cittadini/utenti della giustizia maggiormente contestano, è la durata complessiva delle cause, e non tanto la disponibilità degli operatori, la loro competenza o le informazioni da essi ricevute.

Si è dunque concluso che nel proseguire le riforme avviate, occorre necessariamente incrociare tutti gli indicatori a disposizione senza avere in proposito approcci ideologici, per individuare quale sia l’organizzazione degli uffici giudiziari maggiormente rispondente alla domanda di giustizia del Paese.

 

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