Conversione sblocca-cantieri. Sì del Senato

Pubblicato il 07 giugno 2019

L’Assemblea del Senato ha approvato ieri, con 142 voti favorevoli, 94 contrari e 17 astensioni, il Ddl di conversione, con modificazioni, del Decreto-legge n. 32/2019 (sblocca-cantieri), recante “disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici".

Il provvedimento passa ora all’altro ramo del Parlamento.

Modifiche approvate in sede di conversione

Tra le principali modifiche introdotte con il disegno di legge si segnalano:

Come ultimi emendamenti, l'Aula di Palazzo Madama ha approvato l’assegnazione, al Governo, del tempo di un anno e mezzo per individuare gli interventi da bloccare con nomina di commissari a cui verranno affidati ampi poteri: potranno rivestire la funzione di stazione appaltante, approvare progetti superando tutti i pareri, derogare il codice appalti. I decreti con le prime nomine dovrebbero arrivare entro 180 giorni dalla legge di conversione del decreto.

Procedure per l'affidamento degli appalti

Per quanto riguarda le procedure di affidamento, il testo di conversione prevede:

Inoltre, per tutte le gare sotto 5,5 milioni di euro si potrà procedere con l’assegnazione tenendo conto solo del prezzo.

Ancora. In caso di affidamento di lavori per importi oltre i 75 milioni occorrerà acquisire il parere del consiglio superiore dei lavori pubblici mentre per gli importi inferiori a tale somma il parere sarà espresso dai comitati tecnici amministrativi presso i provveditorati interregionali per le opere pubbliche.

Cantone (ANAC): stabilità e certezza delle regole

Sul Decreto "sblocca - cantieri" si è espresso, proprio ieri, anche il presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, nel corso della lettura, alla Camera, della Relazione annuale dell’Autorità Anticorruzione.

Cantone, nel suo intervento, ha evidenziato alcuni rilievi.

Si è riferito, in primo luogo, alla previsione di una soglia di 150 mila euro entro la quale adottare una procedura semplificata (richiesta di soli tre preventivi), procedura che, a suo dire, aumenterebbe il rischio di scelte arbitrarie, se non di fatti corruttivi.

Inoltre, ha sottolineato che interventi come il ritorno dell’appalto integrato, l’aumento della soglia dei subappalti al 40%, la possibilità di valutare i requisiti per la qualificazione delle imprese degli ultimi 15 anni, le deroghe al codice concesse ai commissari straordinari, sembrerebbero "troppo attente all’idea del fare piuttosto che a quella del far bene”.

Secondo il rappresentante dell’ANAC, a seguire, la sospensione dell’albo dei commissari di gara per un biennio rischierebbe “di incidere su un momento topico della procedura, facendo venir meno un presidio di trasparenza, oltre che rendere inutile il cospicuo investimento economico (500 mila euro circa) che l’Autorità ha sostenuto per applicare la disposizione”.

Cantone, infine, si è riservato di esprimere un giudizio complessivo sull’impianto della riforma solo dopo che l’iter legislativo verrà completato.

Ha avanzato, al momento, un solo suggerimento: “il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole, e non di continui cambiamenti che finiscono per disorientare gli operatori economici e i funzionari amministrativi”.

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