Anno giudiziario 2020 inaugurato in Cassazione

Pubblicato il 03 febbraio 2020

Si è celebrata il 31 gennaio 2020, presso la Corte di cassazione, la tradizionale cerimonia di inaugurazione del nuovo anno giudiziario.

Alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e di diversi rappresentanti istituzionali, il Primo presidente della Cassazione, Giovanni Mammone, ha dato lettura della relazione sull’amministrazione della giustizia - anno 2019.

Mammone: processi civili e penali in diminuzione

Nel suo discorso, il presidente Mammone ha evidenziato come dai dati del ministero della Giustizia emerga, sul piano nazionale e in tutti gli uffici giudiziari, una riduzione dei procedimenti sopravvenuti, leggera nel settore civile (-1,4%) e più significativa in quello penale (-2,6%).

Nel civile, il numero delle cause complessivamente pendenti ha registrato una riduzione del 4,80 %, con diminuzione, altresì, dei tempi di durata dei processi, anche se - viene segnalato - in misura ancora non adeguata sia ai parametri fissati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, sia alle attese del mondo economico.

Anche per quanto riguarda l’ambito penale, si è avuto un generale decremento dei processi pendenti, con una variazione in diminuzione del 4,0 % e un calo dei nuovi procedimenti iscritti (-2,6%) nonchè di quelli definiti (-4,1%).

Giudizi pendenti in Cassazione

Per quanto riguarda i ricorsi civili iscritti davanti alla Corte di cassazione, si è avuto invece un aumento del 3,7%, e sono accresciuti anche i procedimenti definiti (+1,86%) e la pendenza generale (+5,4%).

Il rilevante incremento dei ricorsi - ha segnalato il presidente - troverebbe ragione nell’esponenziale incremento del contenzioso in materia di protezione internazionale.

Un settore della Cassazione civile dove invece sono stati raggiunti dei risultati “soddisfacenti, è quello civile-tributario che chiude il 2019 con un bilancio positivo.

Rispetto al settore penale, per finire, Mammone ha evidenziato una diminuzione del numero delle sopravvenienze, con riduzione del 2,2% delle cause iscritte.

Prescrizione, necessarie misure per accelerare il processo

Prima di illustrare tutti questi dati, il presidente Mammone si è espresso sul dibattito che attualmente coinvolge la riforma della prescrizione penale, sottolineando come, da più parti, sia stato rilevato il rischio che la durata dei processi possa prolungarsi, procurando un ulteriore aggravio per il carico di lavoro della struttura giudiziaria.

Da qui l’auspicio di concrete misure legislative di accelerazione del processo, da adottare non solo con riferimento alla parte del processo successiva al primo grado, ma anche a quella anteriore, soprattutto per quanto riguarda le fasi in cui si verificano le maggiori criticità, ossia quelle dell’indagine e dell’udienza preliminare.

Secondo il vertice della Suprema corte, dall’auspicabile riduzione delle pendenze in grado di appello potrebbe discendere, inoltre, anche un incremento del carico di lavoro della Corte di cassazione. L’aumento si sostanzierebbe in circa 20-25mila processi per anno, numero corrispondente al quantitativo medio dei procedimenti che negli ultimi anni si è estinto per prescrizione in secondo grado.

Un incremento, questo, che difficilmente potrebbe essere trattato con tempestività dai giudici di legittimità, nonostante l’evidenziata efficienza delle Sezioni penali della Suprema corte.

Il Primo presidente ha sottolineato, in definitiva, la necessità di soluzioni normative, strutturali e organizzative che possano scongiurare la prevedibile crisi che ne deriverebbe al giudizio di Cassazione.

Dopo il discorso del presidente Mammone, la cerimonia di inaugurazione è proseguita con gli interventi del vice Presidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, del Guardasigilli, Alfonso Bonafede, del Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, dell’Avvocato Generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli, e del Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin.

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