Criptovalute, nuove regole dall’Ecofin. Spazio alla tracciabilità

Pubblicato il 17 maggio 2023

I fornitori di servizi di criptovalute dovranno segnalare le transazioni nazionali e transfrontaliere dei clienti residenti sul territorio comunitario: è una delle novità approvate dai ministri delle finanze dei 27 stati membri UE con la DAC8 nella riunione del 16 maggio 2023 diretta ad aggiornare la direttiva 2011/16/Ue sulla cooperazione amministrativa fiscale.

Dunque, è stato introdotto un nuovo regolamento del mercato delle criptovalute (Mica) per:

Travel rule: cosa prevede

Di rilevanza, come richiesta dalle organizzazioni intergovernative internazionali antiriciclaggio Gafi-Fatf, è l’introduzione della regola detta “travel rule”.

Questa obbliga i soggetti a raccogliere e registrare tutte le informazioni sull'ordinante e sul beneficiario dell’attività virtuale e richiede che dette informazioni accompagnino sempre la transazione virtuale e siano anche conservate da entrambe le parti dell'operazione.

Pertanto, gli operatori “cripto” saranno tenuti a verificare l’origine dei fondi in tutte le operazioni in cui sono coinvolti.

La regola trova applicazione alle transazioni superiori a 1.000 euro e agli indirizzi di portafoglio (cripto-wallet) di virtual-asset di utenti privati, quando gli stessi si interfacciano con altri portafogli ospitati gestiti da tutti gli altri fornitori di servizi di cripto-valute.

Obblighi di informazioni tra autorità fiscali

Tra le decisioni approvate dall’Ecofin anche quella sullo scambio automatico obbligatorio tra le autorità fiscali di informazioni in merito ai fornitori di servizi di cripto-asset.

Lo scambio riguarderà una serie di attività quali i criptoasset emessi in modo decentralizzato, le stablecoin, compresi i token di moneta elettronica e alcuni token non fungibili (Nft).

Scambio di informazione sui ruling preventivi

Tra le informazioni oggetto di scambio sono da includere anche quelle sui ruling preventivi per le persone fisiche ad alto patrimonio emessi modificati o rinnovati tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2025.

Si tratta di quegli accordi tra un'amministrazione fiscale Ue con i cittadini residenti che detengono almeno un milione di euro di ricchezza finanziaria o investibile o di patrimonio gestito.

Entrata in vigore delle novità

L’accordo che porterà alla direttiva non seguirà la procedura ordinaria di approvazione essendo prevista la procedura di consultazione in base alla quale il Parlamento può esprimere le proprie opinioni ma non ha potere di apporre modifiche a testo.

 La proposta è che la direttiva entri in vigore dal 2026.

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