Csm: il Ddl di riforma del processo penale è incostituzionale

Pubblicato il 16 luglio 2009
La sesta commissione del Csm, con parere reso ieri sul testo del Ddl di riforma del processo penale messo a punto dal Guardasigilli Angelino Alfano, ha sottolineato l'incostituzionalità di alcune disposizioni ivi contenute in contrasto, in particolare, con gli artt. 109 e 112 della legge fondamentale dello Stato italiano i quali prevedono, rispettivamente, che l'Autorità giudiziaria disponga direttamente della polizia giudiziaria e che l'azione penale sia obbligatoria. In base alle nuove disposizioni, in particolare, il pm non potrà più indagare senza l'iniziativa della polizia giudiziaria; in questo modo verrà rafforzata la dipendenza di quest'ultima dal potere Esecutivo che potrebbe, tramite questori e ufficiali generali, controllare le notizie di reato. Altri punti fortemente criticati sono la previsione di un ampliamento dei casi di astensione e ricusazione e la limitazione, per il giudice, della possibilità di esprimere, individualmente e collettivamente, opinioni o posizioni in merito a condotte di pubblico interesse. Sempre a detta dell'Organo di autogoverno della magistratura, novità pericolosa è anche la cancellazione del tradizionale potere del giudice di eliminare o di ridurre le liste di testimoni presentate dalle parti.

Oggi, il parere della sesta commissione verrà sottoposto al plenum del Csm ma il ministro Alfano ha già reso noto che, a prescindere dal pronunciamento del Csm, il Parlamento sarà sovrano di decidere se approvare o meno il testo. Il Guardasigilli ritiene infatti che questa proposta possa resistere al vaglio della Corte costituzionale.

Eleonora Pergolari
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