Dal decreto Mef sulle super dilazioni, novità anche per espropriazioni e pignoramenti

Pubblicato il 12 novembre 2013 A seguito della pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale” n. 262 di venerdì 8 novembre del decreto del ministero dell’Economia 6 novembre 2013, che ha di fatto autorizzato la dilazione dei debiti tributari di famiglie e imprese in difficoltà fino ad un massimo di 120 rate, con la possibilità di poter allungare il piano di ammortamento del debito fino a 10 anni, sono pervenute ad Equitalia centinaia di richieste di chiarimento su come accedere ai piani decennali di rateizzazione delle imposte.

Le domande di dilazione sono già aumentate di molto nel corso dell’ultimo anno: sia Equitalia che il legislatore si sono, infatti, mossi in tal senso per cercare di andare incontro ai contribuenti in difficoltà, penalizzati dal perdurare delle crisi economica/finanziaria. Così, al 25 ottobre risultavano richieste di dilazione attive per circa 2,2 milioni di contribuenti (oltre 24 miliardi di euro rateizzati), mentre le soglie per ottenere la rateizzazione del debito semplicemente con l’inoltro di una richiesta motivata attestante la situazione di temporanea difficoltà economica sono state allargate il più possibile, salendo, prima, da 5mila a 20mila euro e, poi, da 20mila a 50mila.

Ora la nuova disciplina fa chiarezza sulle procedure da adottare, delineando quali sono le condizioni per poter accedere alla dilazione.

In primo luogo, si ribadisce l’alternatività dei piani di rateizzazione: il contribuente in situazione di obiettiva difficoltà può chiedere un piano di rateazione ordinario fino ad un massimo di 72 rate, oppure un piano di rateazione straordinario fino a 120 rate in caso di comprovata e grave situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica. Chi è titolare di un piano ordinario può presentare domanda per allungarlo fino a 120 rate, nel caso riesca a dimostrare di non poter eseguire il pagamento del credito tributario secondo un piano ordinario e di avere una scarsa solvibilità.

Le altre novità del provvedimento del Mef, che attua le disposizioni del decreto del “Fare”, in materia di riscossione, riguardano il blocco del pignoramento dell’abitazione principale, il divieto di fermo amministrativo per i veicoli strumentali e il limite di un quinto al pignoramento dei beni indispensabili all’impresa e al professionista.

Relativamente agli immobili, la modifica principale è sicuramente il divieto di espropriazione dell’abitazione principale, che opera al verificarsi di quattro condizioni fondamentali. Deve trattarsi dell’unico immobile del debitore; il fabbricato deve essere a destinazione abitativa; non deve essere considerata una casa di lusso e il debitore deve avere la residenza anagrafica nell’immobile in oggetto.

Nulla è cambiato riguardo alla disciplina dell’ipoteca: l’abitazione principale può comunque essere ipotecata in presenza di un debito a ruolo superiore a 20mila euro. Inoltre, sempre in tema di pignoramento di immobili, il limite minimo di importo scaduto in presenza del quale l'espropriazione è ammessa è stato elevato da 20mila a 120mila euro.

Riguardo invece ai pignoramenti mobiliari, la grande novità del decreto del 6 novembre è il divieto di apposizione di fermo amministrativo per i veicoli strumentali all’impresa e al professionista. A tal fine, il contribuente deve provare entro 30 giorni dal ricevimento del preavviso di fermo, la qualifica di strumentalità del bene. A ciò si aggiungono le disposizioni del Cpc in materia di pignoramento di beni indispensabili all’esercizio dell’impresa e delle professioni, che sono state estese anche a tale ambito.
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