Dalla Consulta le “linee guida” del federalismo

Pubblicato il 29 settembre 2008 Le prime linee guida in materia di federalismo fiscale si possono andare a ritrovare in alcune sentenze della Corte costituzionale degli ultimi anni. Oggi, che il discorso sull’attuazione del federalismo fiscale sta prendendo sempre più piede, grazie anche al disegno di legge che è stato di recente esaminato in via preliminare dal Consiglio dei ministri, appare importante ripercorrere i passaggi più rilevanti fatti in tal senso dalla nostra giurisprudenza. Alla base di tutto deve essere collocata la sentenza della Consulta n. 37/2004 che, dando attuazione all’articolo 119 della Costituzione, impone l’adozione di una legge ordinaria in grado di definire i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario dove confluiranno le scelte più significative sui rapporti tra potestà legislativa statale e autonomia tributaria regionale. Di recente, invece, ha suscitato clamore la sentenza della Corte Costituzionale n. 102 del 15 aprile 2008, che se da una parte è stata accusata di aver posto un ostacolo agli attuali orientamenti legislativi, ponendo dei limiti all’istituzione di nuovi tributi da parte delle Regioni a statuto speciale, dall’altra è stata riconosciuta come un imprescindibile riferimento perché, partendo proprio dalla differenza tra Regioni a statuto ordinario e speciale, ha chiarito l’ambito in cui potrà essere esercitata la potestà legislativa tributaria delle Regioni. Dunque, proprio la sentenza della Corte Costituzionale deve essere considerata come un riferimento essenziale ai fini della predisposizione della legge delega in materia di federalismo e soprattutto per quanto riguarda la specificazione dei principi di coordinamento, in quanto chiarisce una serie di vincoli che non potranno essere disattesi dal legislatore, quali per esempio: il divieto della doppia imposizione, il principio di non discriminazione e quello della progressività.
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