Dall'assegno bancario all'accertamento Iva

Pubblicato il 04 novembre 2011 La Corte di cassazione, con la sentenza n. 22875 depositata lo scorso 3 novembre 2011, ha ritenuto legittimo un accertamento Iva spiccato dal Fisco nei confronti di un lavoratore autonomo sulla base di alcune copie di assegni a lui intestati rinvenute nel corso di verifiche effettuate dalla Guardia di finanza presso un'azienda cliente.

La qualità dell'astrattezza cartolare che connota l'assegno bancario - si legge nel testo della decisione – rileva rispetto alla sua circolazione ed alle eccezioni opponibili dal debitore al portatore, non escludendo, tuttavia, “che la dizione di un assegno costituisca, ai fini della prova per presunzioni, un fatto noto, idoneo a rappresentare un trasferimento di ricchezza dall'emittente al prenditore”. Da tale fatto noto può essere desunto, nel giudizio di merito, il fatto ignoto allegato da una delle parti del processo.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Nuovo bonus mamme 2025, l’INPS rettifica: domande entro il 9 dicembre

30/10/2025

Consolidato fiscale nazionale e mondiale: opzione entro il 31 ottobre 2025

30/10/2025

Ravvedimento per soggetti ISA aderenti al CPB 2025-2026

30/10/2025

Imprese artigiane: riduzione dei premi INAIL per l’anno 2025

30/10/2025

Concordato preventivo 2025-2026 e ravvedimento

30/10/2025

Cassa commercialisti, deleghe e pagamenti digitali

30/10/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy