Dazi, dichiarazione congiunta Usa-Ue

Pubblicato il 22 agosto 2025

Dopo settimane di negoziati, Stati Uniti e Unione europea hanno pubblicato una dichiarazione congiunta che definisce i contenuti dell’intesa raggiunta a fine luglio in Scozia tra Donald Trump e Ursula von der Leyen.

L’accordo prevede un dazio generale del 15% alle frontiere Usa per la maggior parte dei prodotti europei, inclusi i veicoli, ma introduce anche significative esenzioni e apre la strada a ulteriori sviluppi futuri nelle relazioni commerciali transatlantiche.

Comparti interessati

Quali prodotti rientrano nel nuovo regime tariffario deciso dagli Stati Uniti? La dichiarazione congiunta individua i principali settori ai quali sarà applicata l’imposta doganale del 15%.

Si tratta di:

Restano invece esclusi dal limite tariffario statunitense:

Auto e industria

Il settore automobilistico, cruciale soprattutto per la Germania (34,9 miliardi di dollari di export nel 2024), ottiene uno sconto importante: Washington ha ridotto i dazi dal 27,5% al 15%, a condizione che Bruxelles elimini quelli sui beni industriali statunitensi, comprese le auto (attualmente al 10%), e riconosca progressivamente gli standard Usa. La Commissione ha proposto che la tariffa ridotta scatti già dal primo giorno utile di avvio del processo legislativo europeo, in attesa della piena approvazione da parte di Parlamento e Stati membri.

Restano esclusi i Suv, catalogati negli Usa come trucks, che continueranno ad avere dazi al 25%, comunque in netto calo rispetto al 50% in vigore oggi.

Tariffe anche per farmaci e microchip europei

I prodotti farmaceutici, i chip e il legname provenienti dall’Europa saranno soggetti a un’imposta doganale del 15%.

Questa misura scatterà però soltanto al termine delle verifiche americane previste dalla Sezione 232 e dopo l’eventuale introduzione di nuove tariffe globali per i due comparti. In ogni caso, per l’Ue il tetto massimo fissato è del 15%. Al momento, invece, queste categorie merceologiche pagano solo dazi ridotti o pari a zero.

Dal 1° settembre 2025, invece, Washington applicherà l’aliquota della “nazione più favorita” – quindi la più bassa – su una serie di beni europei: risorse naturali non presenti sul territorio statunitense (come il sughero), tutti gli aerei e le relative componenti, nonché i farmaci generici insieme ai loro ingredienti e precursori chimici.

Grande delusione, invece, per vino, alcolici e birra: restano soggetti al dazio del 15%, colpendo duramente un comparto che solo dall’Italia vale oltre 5 miliardi di euro l’anno e che già soffre la svalutazione del dollaro. L’accordo lascia aperta la possibilità di rivedere in futuro la lista delle esenzioni, ma senza impegni concreti.

Impegni economici e strategici

Il documento tra Usa e UE impegna Bruxelles a importare entro il 2028 forniture energetiche dagli Usa per 750 miliardi di dollari (gas liquefatto, petrolio ed energia nucleare), cifra giudicata da molti analisti irrealistica.

Previsti anche acquisti per 40 miliardi di chip destinati all’intelligenza artificiale e maggiori ordini di armamenti, oltre a investimenti europei per 600 miliardi nei settori strategici americani come farmaceutica, semiconduttori e manifattura avanzata. La Commissione precisa che si tratta di impegni non vincolanti.

Sul fronte ambientale, Bruxelles si è detta pronta a modificare il regolamento sulla deforestazione (Eudr) per agevolare gli esportatori americani e a introdurre maggiore flessibilità nel meccanismo CBAM sul carbonio, in risposta alle preoccupazioni di Washington.

Digital e siderurgia

Per quanto riguarda i servizi digitali, non sono stati presi impegni vincolanti: le parti si sono limitate a promettere che non verranno introdotte barriere ingiustificate né tariffe per l’utilizzo della rete.

Ancora aperto, invece, il dossier sull’acciaio: i dazi potrebbero scendere dal 50% attuale nell’ambito di un sistema di quote.

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