Decoro del compenso e potere di vigilanza

Pubblicato il 29 gennaio 2015 Secondo il Consiglio di Stato – sentenza n. 238 del 22 gennaio 2015 – non può affermarsi che la regola deontologica che impone di praticare compensi commisurati al decoro della professione possa trovare una copertura normativa nell'articolo 2233, comma 2, del Codice civile la quale, occupandosi del contratto d'opera intellettuale, prevede espressamente che “in ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all'importanza dell'opera e al decoro della professione”.

Detta norma, infatti, si indirizza al singolo professionista, disciplinando i suoi rapporti con il cliente nell'ambito del singolo rapporto contrattuale, ma non attribuisce alcun potere di vigilanza agli Ordini in merito alle scelte contrattuali dei propri iscritti.

Non può, conseguentemente, l'Ordine, controllare che il compenso liberamente pattuito sia comunque adeguato al decoro della professione.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Aggiornamento catastale strutture ricettive all’aperto: obbligo entro il 15 dicembre

11/12/2025

LdB 2026, tassa sui pacchi, affitti brevi, Tobin tax

11/12/2025

Acconto Iva 2025, versamento entro il 29 dicembre

11/12/2025

Malattia in Uniemens: ufficializzato lo slittamento di due mesi per le novità

11/12/2025

Versamento dell’acconto Iva 2025 in scadenza il 29 dicembre

11/12/2025

Accordo Prevedi del 4 luglio: come si calcola e si tassa l’importo sostitutivo

11/12/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy