Decreto Rilancio. Dal taglio Irap ai contributi a fondo perduto

Pubblicato il 13 maggio 2020

Varca la soglia del CdM il decreto più atteso, quello del Rilancio. Più di 250 articoli tra contributi a fondo perduto per le piccole imprese e partite Iva e sconti Irap.

Il Governo punta alla pubblicazione in Gazzetta nel fine settimana.

Si ricorda che il decreto rimanda al 16 settembre 2020, causa Coronavirus (COVID-19), i versamenti di ritenute, Iva e contributi sospesi alle imprese e cancella la rata Irap di saldo-acconto di giugno 2020 a imprese e professionisti (restano esclusi enti pubblici, banche e assicurazioni), con volume di ricavi non superiore a 250 milioni di euro nel 2019 (non c’è limite inferiore). 

Prende la strada del decreto Liquidità l’autodichiarazione per l’accesso ai finanziamenti pubblici sopra i 25.000 euro. È sostitutiva dell’atto di notorietà: l’imprenditore certificherà la veridicità dei dati aziendali richiesti dall’intermediario e che la richiesta è dovuta all’emergenza COVID-19.

Il credito d’imposta per la sanificazione dovrebbe essere ampliato al 60% delle spese sostenute, fino ad un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario. Possibile anche l’apertura agli enti non commerciali, come enti del Terzo del settore ed enti religiosi civilmente riconosciuti.

Ancora non è chiarito se ci sarà il prolungamento fino al 2022 e il rafforzamento parziale del piano Impresa 4.0.

Decreto Rilancio. Contributi a fondo perduto per imprese e autonomi

Un contributo a fondo perduto a fasce per chi ha subito un calo di almeno un terzo del fatturato o dei compensi (non si applica a chi ha avviato l'attività a partire dal 1° gennaio 2019 o chi ha domicilio fiscale o sede operativa nei comuni che erano zona rossa prima della dichiarazione di stato di emergenza nazionale) sarà versato su conto corrente bancario o postale dall’agenzia delle Entrate:

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