Equo compenso: intesa Giustizia e CNF su Nucleo centrale di monitoraggio

Pubblicato il 03 luglio 2019

E’ stato istituito, presso il ministero della Giustizia, il Nucleo Centrale di monitoraggio della disciplina dell’Equo compenso per la professione forense.

Il Consiglio Nazionale Forense, per tramite del presidente, Andrea Mascherin, ed il ministero della Giustizia, nella persona del Guardasigilli, Alfonso Bonafede, hanno firmato ieri, 2 luglio, un protocollo d’intesa per l’istituzione del "Nucleo centrale di monitoraggio della disciplina dell'Equo compenso per la professione forense"

Monitoraggio con nucleo centrale e nuclei locali

L’accordo è teso a promuovere una corretta applicazione della disciplina vigente in materia di equo compenso e prevede un monitoraggio sull’andamento effettivo dei settori di mercato interessati dalla normativa in questione.

Detto monitoraggio si avvarrà di una rete operativa a livello locale con la partecipazione dei Nuclei locali disposti dai COA degli avvocati.

Il protocollo, secondo il presidente Mascherin, costituisce “una novità dirompente per gli avvocati”, un salto di qualità per la tutela concreta della professione.

Il rappresentante del CNF, ai fini della promozione della corretta applicazione della normativa sull’equo compenso, propone anche l’istituzione di una apposita autorità garante con poteri sanzionatori e di indagine, specialmente nei confronti dei committenti forti, inclusa la pubblica amministrazione.

Dal canto suo, il ministro della Giustizia ha parlato, riferendosi al protocollo, di uno strumento che va ad incidere “direttamente sulla vita quotidiana degli avvocati”.

Si tratterebbe, a suo dire, di un segnale forte e chiaro che auspica veda presto il coinvolgimento anche degli altri ordini professionali “affinché questo possa diventare un modello che vada a tutelare anche altre categorie”.

Tavolo tecnico, oggi l’insediamento

Sempre in tema di equo compenso, si ricorda che proprio oggi, 3 luglio, verranno avviati i lavori del Tavolo tecnico istituito dal ministero della Giustizia, con il coinvolgimento, come componenti esterni, dei rappresentanti di tutte le professioni ordinistiche.

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